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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    21/02/2003

    La sindrome del foglio bianco

    Filed under: — JE6 @ 18:02

    A me, questa ragazza che di notte entra negli uffici dell’Università e si accredita ventitrè (!!!) esami, un po’ fa pena ed un po’ mi suona poco credibile. Partiamo dalla credibilità: dunque, l’articolo che leggo afferma che la ragazza avrebbe dato una ventina di esami durante i primi anni di studio; se poi si è aggiunta ventitrè numerelli sul libretto, è arrivata a quasi quarantacinque. Dalla laurea breve a quella extralarge, insomma. Ma, comunque, se anche il trucco fosse solo su cinque o sei esami, mi fa pena perchè me la immagino frenetica, sudata, con la quasi certezza di essere – prima o poi – scoperta, e quindi stretta tra il martello dei carabinieri e l’incudine della famiglia e della vergogna. Penso a mia figlia, e mi auguro con tutto il cuore di non fare mai nulla che la metta in condizioni simili.

    Have a seat, and read a book

    Filed under: — JE6 @ 14:38

    San Francisco, 20 ottobre. Entrate dentro City Lights, la libreria fondata da Larry Ferlinghetti, poeta e scrittore. Salite al primo piano, zona poesia e beat generation. Un cartello suggerisce “Have a seat, and read a book”. Seguite il consiglio: è gratis, davvero. Poi, quando uscite, accendete mentalmente un cero di devozione a Ferlinghetti ed ai suoi eredi. God Bless You, Larry.

    Business as usual

    Filed under: — JE6 @ 14:29

    San Francisco, 18 ottobre. Ero curioso di vedere gli USA post-11 settembre. Mi è sembrato (quasi) tutto “normale”: per la gran parte dei nipoti dello zio Sam, il mondo inizia sempre nel Maine e finisce sempre in California (o viceversa, cambia poco), il caffè viene sempre servito a mezzi litri, i grattacieli sono sempre altissimi, mezza nazione si ferma per le finali del baseball mentre l’altra mezza la domenica mattina corre dietro ad una palla ovale.Saranno le migliaia di ore passate e vedere telefilm americani (appunto, “Sulle strade di San Francisco“), ma ho avuto l’impressioni di conoscere quel luogo da sempre: nulla di nuovo sotto il sole.

    Bruce Chatwin, chi era costui?

    Filed under: — JE6 @ 13:56

    A Natale mi hanno regalato un Moleskine. Il biglietto di auguri si riferiva ai miei viaggi di lavoro (non questo granchè, ma di tanto in tanto mi stacco dalla scrivania. E mi piace). Prossimamente, un post su questo taccuino che fa tanto cool. Per il momento, basti dire che scriverci sopra con una stilo a punta semilarga è un vero piacere della vita. Ho deciso di mettere sul blog un po’ degli appunti che prendo in aereo, o in una camera d’albergo. Dato che queste perle di capacità di osservazione sono state vergate nei mesi passati, all’inizio ci sarà una data. Signore, quanto sono preciso.

    Ho bisogno di aiuto

    Filed under: — JE6 @ 12:30

    Ci sono blog che leggo tutti i giorni; in alcuni, di tanto in tanto, mi capita anche di fermarmi per scrivere un post. Francamente, non so neanche perchè lo faccio – tanto per dire, mai chattato in vita mia. E, per completarmi il quadro della mia confusione mentale, non riesco nemmeno a trovare una logica nella scelta degli argomenti sui quali decido di spargere il verbo. L’ultimo è questo; e, dopo aver riletto il tutto, continuo a non trovare una buona ragione per interessarmi alla querelle Neri-Cassiani. Di fatto, oggi alle nove mi stavo leggendo i commenti per avere notizie della telefonata. Mah.

    Il (nostro) mondo è piccolo

    Filed under: — JE6 @ 10:41

    Di ritorno a casa. Tre giorni in Baviera, con temperatura variabile tra -8 e -17. Forse, tra qualche decina di anni, sarò capace di arrivare a questi “meeting” (oppure, a scelta: “convention”, “event”… so che sto dimenticando qualcosa) senza sentirmi come un bimbetto sperduto al suo primo giorno di asilo. Eppure, dovrei saperlo che bastano un paio di birre ed un simil-caffè per riuscire a scambiare quattro parole, che ora di sera diventeranno quattromila, e si finirà con il parlare di Iraq, di Bayern Monaco, di Berlusconi (ebbene sì, e non è facile far capire da che parte si sta senza sputare sul proprio paese), di mogli e figli. Sarà per la prossima volta.