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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    20/04/2003

    Filed under: — JE6 @ 23:26

    Squonk ̬ РPart Two
    Squonk nasce a Milano, dove contro ogni ragione logica continua a vivere, verso la fine di settembre del 1966.
    Benchè il cognome della sua casata faccia pensare a fenomeni di diaspora di nobili famiglie un tempo stanziate nella capitale della Boemia occidentale, le sue origini si legano indissolubilmente ad un nuraghe dislocato a metà strada tra Macomer e Nuoro.
    Fin dal Cretaceo anteriore, è sentimentalmente legato ad una dolce signora, la quale, oltre a rifornirlo gratuitamente di amore matrimoniale, provvede anche al mantenimento della famiglia nell’ambito della legalità, grazie al puntuale espletamento di pratiche quali il pagamento delle bollette e la biennale esecuzione della revisione dell’autovettura.
    Da poco più di due anni, la sua esistenza è allietata dalla presenza di una figlia, simpatico personaggio che lo accoglie, al suo rientro a casa dopo una dura giornata di lavoro, con l’amichevole saluto “Dove sei stato?”
    Da giovane, Squonk dichiara di voler fare il giornalista, del tutto inconsapevole dell’insopportabile quantità di improperi di cui sarebbe stato fatto segno, qualora il suo sogno si fosse avverato.
    Non avendo idee migliori su come indirizzare il proprio nebuloso futuro, si iscrive ad una nota università meneghina, proprio quando questa viene sbeffeggiata da tale Vastano Sergio in un programma televisivo denominato “Drive In”, testimoniando un tempismo fuori dal comune nell’esporsi al ludibrio degli amici.
    Attualmente, il suo biglietto da visita reca vergata la pomposa definizione di “Marketing and Communications Manager”, il che lo rende inquietantemente sodale di un noto losco personaggio che abita nella blog(o)sfera. Richiesto dal nipote novenne di delucidazioni in merito alla sua professione, non riesce a trovar di meglio che rifugiarsi nella citazione morettiana “vedo gente, faccio cose”.
    I tre migliori concerti ai quali ha avuto modo di assistere sono PFM at Monte Stella 1982 (se non fosse stato per l’idiota che sventolò per tutto il tempo un bandierone tricolore circa venti metri avanti a lui), Genesis at San Siro 1987 (se non fosse stato per la pioggia torrenziale), Huey Lewis and the News at Palatrussardi 198? (se non fosse stato per l’oscena coda in uscita dal parcheggio).
    La sua cultura si è formata sulle pagine del “Monello” (in particolare, la quarta di copertina, dove facevano bella mostra di sè gli occhiali a raggi X e le scimmie di mare) e sull’opera omnia di Gabriel Garcìa Marquez. Ma anche John Irving, Nick Hornby e Stephen King si sono ritagliati un posto al sole nel suo cuore di lettore.
    Nella zona-cd della sua abitazione è in corso una lotta all’ultimo sangue tra l’ultimo capolavoro de Las Ketchup (assai gradito alla figlia duenne), “The Dark Side of the Moon”, “Foxtrot”, “The Joshua Tree” “PFM Live in Japan 2002” e “The Police Live”. Il risultato della tenzone è purtroppo incerto.
    Dalla finestra del suo ufficio gode della vista di un elettrodotto che adorna il panorama urbano della zona industriale di Arese, mentre dal balcone di casa gode della vista del cimitero di Musocco, lato via Gallarate adiacenze via Appennini. Il tutto offende il suo sviluppato senso estetico, ma non testimonia a favore della sua capacità di scelta delle location per girare una qualsiasi soap opera.
    Rileggendo quanto sopra, si chiede per quale motivo ha investito in costi telefonici l’equivalente di un cappuccio e due cornetti farciti crema. Non trovando risposte sensate, decide di cliccare “Pubblica Post”, ed andarsene a dormire.

    Filed under: — JE6 @ 22:34

    Squonk ̩ РPart One
    Like father like son
    Not flesh nor fish nor bone
    A red rag hangs from an open mouth
    Alive at both ends but a little dead in the middle
    A-tumbling and a-bumbling he will go
    All the King’s horses and all the King’s men
    Could never put a smile on that face
    He’s a sly one, he’s a shy one
    Wouldn’t you be too
    Scared to be left all on this own
    Hasn’t a, hasn’t a friend to play with the Ugly Duckling
    The pressure on, the bubble will burst before our eyes
    All the while in perfect time
    His tears are falling on the ground
    With grateful thanks to Mike Rutherford, Phil Collins, Tony Banks, Steve Hackett, a.k.a. Genesis
    Dedicated to Massimo Morelli

    Filed under: — JE6 @ 22:29

    Oggi è festa, e quindi si divaga
    Appunto. Ad esempio, sarà l’ora di presentarsi.