Gli uomini sono tutti uguali
Non ho mai pensato, se non sotto l’effetto di sostanze lecitamente dopanti, che i blogger siano un’avanguardia composta da eletti, in grado di guidare la massa verso sorti magnifiche e progressive.
Il modo in cui ci si scambiano attacchi personali, insulti, malignità , disinteressati consigli di rivolgersi a psicanalisti possibilmente costosi, mi fa pensare che la blogosfera non è altro che l’ennesimo specchio del mondo che creiamo ogni giorno. Niente di meno, ma certo niente di più.
Finchè ci si trastulla con pompose amenità tipo “come le statistiche degli accessi modificano il modo di scrivere sul proprio blog”, beh, va tutto bene: si crea un idilliaco microcosmo, composto da signori in bombetta e signore in crinoline, che sorseggiano amabilmente una bibita fresca discettando dei massimi sistemi. Siamo persino disposti a darci ragione l’un l’altro.
Quando si arriva a parlare di politica, i blogger (anche quelli di gran nome, anche quelli che hanno tanti link, anche quelli che hanno tanti accessi) discutono esattamente come gli avventori del barbiere di via Ugo Betti, o come i frequentatori del Processo di Biscardi.
Il fenomeno è già stato analizzato – con la consueta proprietà – da B. Georg. Al momento, non ho molto da aggiungere (le riflessioni arriveranno tra un po’), se non che nel suo post mancava un po’ di malinconia. Ecco, se posso, quella la metto io.