Sotto la pioggia
Io, il Bimbo Jorma, ed un suo amico.
Io so?
D’acchito, non posso dire di esser contento dell’assoluzione di Giulio Andreotti.
A dirla tutta, speravo che lo condannassero. So che la cosa non mi fa onore, non molto. Non avevo e non ho alcun elemento che mi consentano di aver una seppur vaga opinione della vicenda; quindi, la mia era una speranza legata ad altri elementi: l’essere Andreotti un simbolo di un’Italia che non mi piaceva (e che ogni tanto, maledizione, rimpiango), l’essere io vittima del virus pasoliniano “io so” (ricordate? Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi).
Bene, la Cassazione ha deciso che Andreotti è innocente. E non perchè non sono state trovate prove sufficienti, ma proprio perchè non ha commesso il fatto. Ecco, ne prendo atto. Con poca soddisfazione “politica”, certo. Ma se dico di aver fiducia nella magistratura (e ce l’ho), e se dico ad altri che devono aver fiducia nella magistratura (e lo dico), appunto, devo prendere atto.
Non solo.
Devo chiedere a qualcuno dei signori che io voto da quando avevo diciotto anni di ammettere di essersi sbagliati; di chiedere scusa. Luciano Violante? Ecco, magari lui.
Non cambierei certo le mie idee politiche, ma mi sentirei un po’ (poco, ma son tempi grami) più orgoglioso delle mie scelte.