Di retorica ci nutriamo tutti. Le frasi fatte sono tali perchè ribadiscono alcune verità, che vengono più confermate che smentite dall’esperienza quotidiana.
Non ho quindi intenzione di mettermi a confutare i commenti al post che trovate qui sotto: “Io preferisco gli adulti che mantengono senza tante pose la spontaneità e lo stupore sereno dei bambini“, “I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta“, eccetera.
Sono frasi sagge, che hanno un fondo (e forse più) di verità.
Ma, mi scusino coloro che hanno avuto la gentilezza di postarle, a me suonano parole troppo Mulino Bianco per essere vere fino in fondo.
Mi gira per casa una bambina che compirà tre anni fra qualche giorno; vedo ogni sera che cosa significa ingenuità, stupore, pura allegria e pura tristezza. Al termine di certe giornate di lavoro, con il corpo stanco e l’anima messa forse persino peggio, provo invidia per la serenità di quella bimba, cerco – senza riuscirci – di rubargliene un po’.
Ma, con tutto questo, non vorrei scambiare ciò che sono io con ciò che è lei in questo momento. Ho una consapevolezza della vita che lei non ha, provo una complessità di sentimenti che lei non prova, ho dentro di me trentasette anni di vita che lei non ha. Non sono una persona migliore rispetto a lei, ma sono una persona più completa. Ed a questo si arriva con tutte le fatiche, i compromessi, le perdite di innocenza, le disillusioni, i cambiamenti che ci rendono adulti. Se così non fosse, resteremmo bambini ed andremmo all’asilo per tutta la vita. Per quanto mi riguarda, non è certo ciò che auguro a mia figlia.
Lo so, anche questa è retorica. Me la si perdonerà, spero.