Dov’eravamo rimasti? Qui, mi pare: “Questo è diventato un blog silenzioso, anche se il numero dei lettori è rimasto immutato rispetto a qualche mese fa, rispetto ai tempi di Splinder. Lo ammetto, un pochino la cosa mi dispiace; ma, se ci penso meglio, è il giusto riflesso di un mio lento cambiamento. Cambiano i blogger, cambiano i lettori, cambiano i commenti. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma“.
Ho messo una frase di troppo: “un pochino la cosa mi dispiace“. Lo penso, ma forse non avrei dovuto scriverlo, perchè è fuorviante.
Quello che conta è ciò che viene dopo: il cambiamento di questo blog viene da un mio cambiamento. Il che, lo ammetterete, è una gran banalità, inevitabile in quanto tale. Si passa attraverso le cose, e capita di uscirne (un po’) diversi. Chi legge tra o dietro le righe, di questo se ne rende conto. E si regola di conseguenza: da un blog ad un altro, seguendo la consonanza tra se stessi e gli autori.
Fa parte del gioco, fa parte della vita: è difficile, se non impossibile, mantenere tutti gli amici che si avevano all’età di dodici anni; ma non importa, se quegli amici hanno trovato una strada che li soddisfa.