Il Maurizio
E’ diverso da tutti gli altri del biliardo, il Maurizio. O almeno, così sembra.
E’ elegante, distinto, sobrio. Niente a che fare con gli addomi sfaldati, i gilerini infeltriti, le scarpe consumate, i congiuntivi dimenticati, le bestemmie sputate che riempiono la vista e l’aria della sala.
Ma lui non fa pesare questa sua diversità. E’ uno degli altri, con una stecca nè brutta nè bella, piuttosto bravo ma non un campione, che preferisce giocare da solo ma se lo inviti a far coppia non ti dice di no.
Non fuma, beve un bianco di tanto in tanto, non alza la voce. Sarà che fa un lavoro pieno di silenzio: è un cameraman della RAI, son tutti lì che muoiono dalla voglia di chiedergli di questo o di quel personaggio, dimmi se ha le tette rifatte, ma è vero che è un frocio, ma lui è riservato senza essere scostante.
E allora, succede che gli altri, quelli con i gilerini infeltriti, quelli che parlano sempre a voce alta anche se non hanno niente da dire, gli riservano una stima quasi intimidita, di cui qui dentro godono in pochi.
Adesso è lì, che sta studiando un raddrizzo a mezza forza, con i suoi pantaloni ben stirati e gli occhiali con la montatura nuova. Se vincerà non sarà un successo, se perderà non sarà una sconfitta. Intorno, il Maurizio non ha amici, ma gente che lo rispetta. Forse la sua vittoria è proprio questa.