Asfittica
Capita che i post partano per la tangente, perchè contengono incisi che aprono la strada a discussioni che non c’entrano nulla – o quasi – con l’oggetto principale.
E’ quanto è successo con questo post di ieri, nel quale ho scritto: questo dibattito (…) mi pare mille volte più interessante delle asfittiche discussioni sull’io-scrittore nelle quali io stesso mi infilo, pentendomi solo pochi minuti dopo.
C’è chi se ne è avuto a male, e forse con qualche ragione.
In effetti, ho usato un aggettivo non appropriato: asfittico, stando al vocabolario, significa “privo di vitalità, di forza espressiva”. E no, non volevo dare questo significato alle mie parole. Volevo dire che entro in certe discussioni perchè mi interessano, rendendomi però conto, in breve tempo, che la maggior parte di questi dibattiti si incarta nella difesa ostinata e sterile delle proprie posizioni, si sviluppa con prose faticose (per me, solo per me), usa concetti e immagini francamente sproporzionate rispetto a qualunque tema (dall’io-scrittore al guardiano-della-soglia) e si conclude con i partecipanti estenuati e fermi al loro punto di partenza.
Generalizzo? Sì, certo. Non funziona sempre così, per fortuna. Ma spesso sì, ed ogni volta, mentre mi guardo allo specchio, mi risuonano nelle orecchie – ommioddio – le immortali parole di Marco Masini: perchè lo fai?
February 17th, 2005 at 11:59
ma lei riesce a rimanere sveglio fino alla fine della lettura?
February 17th, 2005 at 12:05
di questo post, Carlo?
Per quel che a me pare, la toppa è peggiore del buco
(e poi “l’anima con enfisema” è repertorio del vecchio herzog da lei reclamato, Sir. Un omaggio, non l’ha apprezzato?)
February 17th, 2005 at 12:14
Dottor Brodo, la smetta.
Herr, mi dispiace sinceramente che lei la stia prendendo così male (e poi, mi permetta: buco? toppa? io non vedo nè l’uno nè l’altra).
Vorrei che rileggesse quello che ho scritto: entro in certe discussioni perchè mi interessano. E mi interessano perchè mi piace parlare di scrittura, di lettura, sono argomenti che mi appassionano, che significano davvero qualcosa per me. Non terrei un blog, se così non fosse.
E’ il tono di alcune di queste discussioni, che mi stanca. Non ne faccia una questione personale, parlo dell’insieme delle centinaia di interventi. Vede? Dopo tanto scrivere, lei è rimasto della sua, ed io della mia; niente di male, ci mancherebbe. Ma è sempre così, ed è veramente frustrante. Quanto a certe idiosincrasie espressive, non so che farci: a me, l’io-scrivente e l’io-leggente vanno venire l’orticaria, non perchè non ne intenda il significato, ma, anzi, proprio per quello. Se lo ricorda il Moretti di Palombella Rossa, quello de “le parole sono importanti”? Ecco. Sforziamoci un po’ tutti: scrivere/parlare come Mike Bongiorno o Pippo Baudo non è necessariamente una brutta cosa.
February 17th, 2005 at 12:16
Allegria!
February 17th, 2005 at 12:26
no, dei 345 commenti in finestrella (o erano 498, o 654, o zzzzzzzzzzz.
February 17th, 2005 at 12:27
scusate, era una manifestazione dell’io-dormiente.
February 17th, 2005 at 16:11
Non saprei… dicono che anche Baggio (Roby codino) si sia chiesto perché lo fai? prima di tirare un rigore, poi hanno dovuto spendere milioni per cambiare quel tiro al computer.
Volevi dire che quell’Italia era noiosa perché giocava arroccata sulle proprie posizioni? Del resto… squadra che vince non si cambia.
Io cambierei le regole, direi che anche se si ha ragione bisogna tirare entro 24 secondi, se no bisogna stringere la mano all’avversario alla fine della partita gridandogli AKA!!! nell’orecchio.
Se no il pubblico s’addormenta.
(ho risposto bene?)
February 17th, 2005 at 16:16
Boh, vedi tu. E poi, Baggio non ha mai giocato in un’Italia vincente: l’unica capace di perdere una finale dei mondiali ai rigori, per dire.
February 17th, 2005 at 18:19
Squonk, lei e’ davvero astuto.
Da una parte parla di stanchezza per discussioni troppo elaborate e dall’altra alza di netto il profilo intellettuale della contesa scomodando pesi massimi del pensiero occidentale.
Marco Masini, poffare messere.
Non so se riusciro’ a seguirvi.
Torno alla mia lettura di ‘Essere e tempo’.
February 17th, 2005 at 18:31
Sto tenendo in serbo Toto Cutugno e Mino Reitano; se mi tocca giocare il jolly, vado su Rita Pavone.
February 17th, 2005 at 18:45
Non si scordi il primo Jovanotti e l’ultimo Celentano, non lo meritano.
February 17th, 2005 at 20:07
Non per me, Sir: io leggo anche (se non soprattutto) per cambiare idea.
Almeno un po’.
E succede spesso.
Per fortuna.
Mia.
😉
February 17th, 2005 at 21:35
Mahatma, posto che la discussione in questione mi fa venire il mal di testa (non sono un amante del meta-), il “lei è rimasto della sua, ed io della mia” è la prassi nella quasi totalità delle discussioni, specie quelle via blog.