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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    13/10/2005

    Me ne vado!

    Filed under: — JE6 @ 10:30

    Fatte le debite proporzioni, separarsi via stampa o in diretta televisiva mi pare tanto volgare e paraculo quanto farlo, chessò, al tavolo del ristorante in compagnia di amici e parenti, o sulle scale della fermata della metropolitana.
    E’ che sono un vecchio barbogio, forse anche un po’ bigotto. Perdonate.

    12/10/2005

    Attributi

    Filed under: — JE6 @ 13:13

    C’è, in giro per blog, tutto un fiorire di critiche a giornali e televisioni per non aver detto subito, papale papale, che il Brand Promotion Manager di Fiat Auto era stato trovato non solo drogato all’inverosimile, ma anche in compagnia di uno o più transessuali.
    Critica ineccepibile, alimentata dal sospetto che i mass media tutto vogliano fare tranne che parlar male dei loro grandi investitori pubblicitari.
    Però, mi pare che mille altre volte, nella stessa blogosfera che frequento oggi, si sia mossa ai media di cui sopra una critica del tutto speculare, rimproverando loro di far cronaca puntando su attributi considerati irrilevanti (ai fini della cronaca stessa) come l’essere gay, mussulmani, interisti, lucani (ad libitum, sfumando). Mi devo essere perso qualcosa, suppongo.

    Restare dentro

    Filed under: — JE6 @ 08:08

    Io, onestamente, di droga ne so poco. Molto poco. Nessuna esperienza personale, e vaghissime conoscenze di chi ne facesse uso. Quindi, scrivo per sentito dire.
    Fatta questa premessa, ho la sensazione che la droga dell’adolescenza della mia generazione, l’eroina, fosse una droga di fuga, un mezzo per scappare da un mondo brutto, sporco e cattivo (entrando, paradossalmente, in un mondo persino peggiore – ma di questo ce ne si rendeva conto solo dopo); mentre la droga dei miei e nostri (quasi) quarant’anni, la cocaina, sembra essere un mezzo per restare nel mondo, per “essere sul pezzo”, per non perdere colpi, per continuare almeno alla stessa velocità di quel “tutto intorno a me” che sembra non incepparsi mai. E se questo fosse vero, ci sarebbe da preoccuparsi, parecchio.

    11/10/2005

    I, politologist

    Filed under: — JE6 @ 13:13

    A differenza di Marco Follini, Daniele Luttazzi e Luca Sofri, il titolare qui non pensa affatto che il proporzionale sia il sistema elettorale migliore per l’Italia. Un bel maggioritario a doppio turno, ecco, quello ci vorrebbe.

    Vatti a fidare

    Filed under: — JE6 @ 07:51

    Già pregustavo di sedermi, domenica o lunedì, al Turner Field, con una birra in una mano e un hot dog nell’altra. E invece, gli Atlanta Braves si sono fatti eliminare nella più lunga partita della storia dei play-off del baseball americano. Bravi.
    Magra consolazione, anche quegli insopportabili sboroni degli Yankees sono stati mandati a casa.

    10/10/2005

    Una buona parola

    Filed under: — JE6 @ 15:33

    Mi chiedo quali saranno i prossimi consigli che il buon EmmeBi vorrà dare a Lapo Elkann.
    EmmeBi

    I morti sono miei

    Filed under: — JE6 @ 12:34

    Sappiate che è online il numero 5 di Sacripante!, rivista web managerialmente gestita da alcuni loschi figuri di mia e anche vostra conoscenza.
    Il titolare, qui, ha contribuito con un pezzo autobiografico anzicheno, che vale anche come post odierno.
    Sacripante!

    07/10/2005

    Un diamante è per sempre

    Filed under: — JE6 @ 14:24

    Mai claim fu più profetico, considerando che si possono ottenere diamanti dalle ceneri dei defunti.
    LifeGem, via Repubblica.it

    In silenzio, in buon ordine

    Filed under: — JE6 @ 08:39

    In questo blog si è scritto più di una volta – non senza usare toni strappalacrime, dei quali il titolare si scusa retroattivamente – di Carlo Giuliani, Mario Placanica, annessi e connessi.
    Il titolare è anche giunto alla conclusione, banale anzicheno, che le sue probabilità di cambiare o far cambiare idea sulla questione sono pari alle sue capacità di spiegarsi – prossime allo zero. E quindi, si ritira in buon ordine.
    Tentatividifuga, Squonk (quello vecchio)

    06/10/2005

    I co.co.co. della politica

    Filed under: — JE6 @ 10:32

    C’è, in questa intervista che Beppe Grillo ha rilasciato a Repubblica, una frase che mi lascia perplesso, per usare un eufemismo: Il politico deve tornare a essere un dipendente dei cittadini. Quindi noi facciamo votare un programma energetico, per dire, e poi chiamiamo il politico e gli diciamo: ti diamo i soldi, l’obiettivo e un tempo per realizzarlo. Se non avrà raggiunto il risultato, verrà licenziato. Come si fa con i co. co. co.
    A prima vista, sembra molto ragionevole: l’eletto è colui che fornisce corpo e voce ai desideri ed ai bisogni degli elettori. Però mi chiedo: tutto qui? Il politico deve veramente essere un mero esecutore, il manager (ma no, sarebbe troppo: il quadro, o l’impiegato di settima) che prende ordini dall’azionista ed esegue senza metterci nulla del suo?
    Da cittadino, a me non dispiacerebbe che i politici – almeno quelli che io voto – mi dessero retta, dando prova di vivere nel mio stesso mondo e di condividere i miei stessi bisogni ed obiettivi. E mi piacerebbe che non disattendessero – in modo a volte clamoroso – le mie manifestazioni di volontà. Ma vorrei che, appunto, ci mettessero del loro. Vorrei che fossero delle teste pensanti, con un progetto per la società che si trovano a guidare, anche se solo pro tempore. Vorrei che avessero buone idee che a me non vengono. Kennedy, De Gasperi, Thatcher, Adenauer, Reagan: non erano, con tutti i loro pregi e difetti, dei soldatini. Io vorrei essere governato da gente così, non dai burocrati di Grillo.
    Repubblica.it