Sempre a proposito del frate accusato di molestie sessuali, sono interessanti le parole di Eva Catizone, ex sindaco di Cosenza, che dice: “Emerge un quadro inquietante, di violenza psicologica, di umanità greve, di pressioni pesanti; esercitate su persone che non sono autodeterminate, che rappresentano un altro tipo di femminilità, fragile, indifesa.”
Se capisco bene, le rappresentanti di una femminilità da romanzo d’appendice di quarta categoria sono le religiose vittime delle angherie del frate. Mi resta la sensazione che la signora Catizone giudichi queste donne in base al loro status – e se così fosse, sarebbe forse fin troppo facile ricordarle che di suore toste ce ne sono a migliaia, senza dover nemmeno prendere ad esempio Madre Teresa o la Superiora dei Blues Brothers. E che di donne fragili e indifese ce ne sono molte di più, e molto diffuse tra coloro che non portano il velo e non fanno voto di castità. E’ una sensazione, la mia, e spero di sbagliarmi: spero che la sindaca non volesse dire quello che io penso abbia detto. Però, cosa volete, a pensar male eccetera, diceva quello.
Corriere.it (quello di prima)