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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    26/01/2006

    Oh what fun it is to ride

    Filed under: — JE6 @ 16:58

    In a one-horse open sleigh.
    Volevo passare dal mi’ babbo a fargli di persona gli auguri per il compleanno. Ma non ho la slitta, e mi pare che le macchine abbiano qualche problema, con la stramaledetta neve. Capace che si dorme in ufficio, questa notte.

    Fragili e indifese

    Filed under: — JE6 @ 12:02

    Sempre a proposito del frate accusato di molestie sessuali, sono interessanti le parole di Eva Catizone, ex sindaco di Cosenza, che dice: “Emerge un quadro inquietante, di violenza psicologica, di umanità greve, di pressioni pesanti; esercitate su persone che non sono autodeterminate, che rappresentano un altro tipo di femminilità, fragile, indifesa.”
    Se capisco bene, le rappresentanti di una femminilità da romanzo d’appendice di quarta categoria sono le religiose vittime delle angherie del frate. Mi resta la sensazione che la signora Catizone giudichi queste donne in base al loro status – e se così fosse, sarebbe forse fin troppo facile ricordarle che di suore toste ce ne sono a migliaia, senza dover nemmeno prendere ad esempio Madre Teresa o la Superiora dei Blues Brothers. E che di donne fragili e indifese ce ne sono molte di più, e molto diffuse tra coloro che non portano il velo e non fanno voto di castità. E’ una sensazione, la mia, e spero di sbagliarmi: spero che la sindaca non volesse dire quello che io penso abbia detto. Però, cosa volete, a pensar male eccetera, diceva quello.
    Corriere.it (quello di prima)

    Meglio Gomorra, forse

    Filed under: — JE6 @ 10:50

    Magari in luoghi più piccoli rispetto alla metropoli nella quale vivo, la gente vive e vede le cose diversamente. Ma mi chiedo se un abitante medio di un medio capoluogo di provincia italiano può seriamente pensare alla città nella quale vive in termini di Sodoma e Gomorra. Io non ci credo, eppure lo scrive il Corriere.
    Corriere.it

    25/01/2006

    Venghino, signori, venghino

    Filed under: — JE6 @ 10:26

    ti dirò. domenica la fiamma è passata per la mia città. ora, io credo di essere una persona mediamente civile e tollerante. ma dopo le ragazze pon-pon che distribuivano bandierine, dopo i ragazzini in motoretta che distribuivano gadget, dopo il camioncino discoteca che scaldava la piazza, dopo i camion urlatori che scaricavano bandierine, gadget e lattine di bibita nel casino più totale e l’estasi della gente che mi stava intorno… beh, guarda, mi sarei avventato io stesso sulla fiamma per far finire quel delirio assurdo.
    e forse i disobbedienti esagerano e si fermano al dito perdendo di vista la luna. ma magari è tutto l’insieme ad aver perso di brutto la misura. è una brutta gara a dare il peggio di sé.

    Ho seguito un due-tre volte il Giro d’Italia (Mortirolo, Cuvignone), e confermo quello che scrive Sergio Maistrello nei commenti al post di ieri. E’ tutto splendido – la gente, le tende, il vino, le risate, la pioggia, il sole – fino a quando non arriva la famigerata carovana-del-giro. Un circo Barnum molto simile a quello descritto da Sergio, che si snoda per un paio d’ore, fino a pochi minuti prima dell’arrivo dei ciclisti. Una cosa che ti fa passare ogni poesia, una Disneyland della quale le migliaia di persone assiepate in attesa della maglia rosa non sentono alcun bisogno.
    Provi poi a ragionarci sopra, ti dici che le Olimpiadi, il Giro, i Mondiali di calcio stanno in piedi perchè ci sono i soldi della televisione, degli sponsor, del merchandising; ti dici, insomma, che quell’orgia di decibel e colori non è altro che il prezzo che stai pagando per vedere lo spettacolo. Sai che è vero, ma ti chiedi se il tutto non potrebbe essere meno pesante, invadente, urlato. Si chiama senso della misura, e forse lo abbiamo perso tanto tempo fa.

    Andere Destination

    Filed under: — JE6 @ 09:04

    In Alto Adige, per la precisione a Merano, ho trascorso undici mesi della mia vita, ai tempi nei quali i giovani virgulti del Paese prestavano servizio militare nell’esercito della Repubblica.
    Depurando la valutazione dalla nostalgia per la gioventù e dai brividi causati dal freddo notturno, questa richiesta fatta al governo austriaco da 113 sindaci della provincia di Bolzano non mi sorprende per nulla.
    Nel 1990, la televisione del corpo di guardia del Terzo Gruppo Squadroni “Savoia Cavalleria” era sintonizzata su due canali: la ZDF tedesca e la ORT austriaca. Gli indigeni, in massima parte, leggevano un foglio di nome “Dolomiten”, scritto in tedesco con la testata in caratteri gotici. Avevo un compagno di stanza, lontano parente di un famoso sciatore, che non parlava l’italiano – e lo capiva pochissimo. Nella piazzetta di Schenna, pochi chilometri sopra Merano, una cassetta della posta era stata dedicata, mediante l’apposizione di lettere adesive, alla corrispondenza verso Deutschland; e quella a fianco, invece, alla corrispondenza verso Andere Destination. A Lana, amena località della Val Venosta, un buon numero di bar non serviva chi si fosse azzardato a fare ordinazioni in lingua italiana. Ai tempi, le targhe avevano ancora la sigla della provincia: e tutto ciò che non era BZ era Italia. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.

    24/01/2006

    Law and Order?

    Filed under: — JE6 @ 11:27

    Uno che pensa che i famigerati Disobbedienti, scippando della fiamma olimpica una incolpevole tedofora, si presentano al mondo come degli infantili cretini, ecco, quell’uno è un reazionario fautore di Law and Order? E’ uno schiavo delle multinazionali sponsor delle Olimpiadi? Cos’è?
    Repubblica.it

    Hai fatto i compiti?

    Filed under: — JE6 @ 08:05

    Il PresDelCons sembra un bambino che ha passato l’estate a cazzeggiare, e adesso si deve scapicollare per smaltire i compiti in arretrato.

    23/01/2006

    Non lasciate i lavori a metà

    Filed under: — JE6 @ 22:11

    A certa gente manca davvero il senso della misura. Se Pappalardo e Zequila si fossero presi a pugni, magari Domenica In la sospendevano a tempo indeterminato.
    Repubblica.it

    Peaches and Diesel

    Filed under: — JE6 @ 12:05

    Ho sempre provato compassione mista a divertimento, nel leggere i nomi di certi attori o giocatori di basket americani (per tacere dei nobili più o meno decaduti del Belpaese): DelRoy, LeBron, cose così.
    Ma di fronte a Peaches Peaches Honeyblossom Michelle Charlotte Angel Vanessa, Fifi Trixabelle, Heavenly Hiraani Tiger Lilly e Kal-el ho capito che l’abisso si è già aperto, che ci sono genitori i quali, al momento di battezzare i figli, ricorrono ad un qualche generatore di nomi stronzi (vantandosene, probabilmente) e che la battaglia della signorina Peaches Geldof va sostenuta come quella di una novella Jeanne d’Arc, nel nome – appunto – di tutti i Jack Smith e i Mario Rossi della terra.
    Corriere.it

    21/01/2006

    Ammissioni

    Filed under: — JE6 @ 18:03

    Senza polemica, senza orgoglio, senza vergogna, mi avventuro a dire che sì, mi capita di trovare discutibili gli editoriali del Foglio, che no, non credo proprio che Ciampi si sia divertito ad affondare una norma sacrosanta perché veniva dal centrodestra (voglio dire, e tutte le altre che ha approvato? mah) e che forse, forse sono un giustizialista di complemento rientrato dalle ferie del caso Consorte. Devo trovare un sacerdote compiacente, mi sa.
    Wittgenstein, Il Foglio