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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    27/03/2006

    Meo amigo

    Filed under: — JE6 @ 14:54

    Capita (spesso? boh) anche a me: scrivere una critica nella quale si sostiene che il tale ha detto/fatto/scritto/cantato una fesseria epocale, e tentare di addolcire la pillola sottolineando ogni due frasi che il tale è un amico.
    Per dire, Christian Rocca ritiene che Daniele Capezzone sia un cialtrone pro-tempore (almeno limitatamente alla questione di ciò che i radicali sponda-Capezzone pensano della posizione olandese sull’eutanasia infantile). Lo scrive, portando a sostegno della sua argomentazione la lettura e interpretazione del protocollo di Groeningen. Al tempo stesso, sente il bisogno di mettere nero su bianco: “nelle mie primarie ideali, sceglierei sempre e comunque Capezzone” – “i miei amici radicali” (due volte) – “ho ascoltato il mio amico Daniele a Radio radicale”.
    Lo so, è un dettaglio, una quisquilia, una pinzillacchera. Ma se Rocca e Capezzone sono davvero amici, c’è davvero bisogno di scriverlo per giustificare il fatto di non trovarsi d’accordo?
    Camillo

    2 Responses to “Meo amigo”

    1. ermagister Says:

      mi spiace per il sor Camillo ma questo ci riporta alla tradizione Dc di riferirsi anche nelle contese più spietate all’amico Ciriaco, l’amico Arnaldo, l’amico Antonio, l’amico Salvo, l’amico Vito etc…

    2. lester Says:

      “Amico” era il termine quasi ufficiale con cui si definivano i democristiani fra loro, come “compagno” per i comunisti.

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