Il mondo è una convenzione
A dimostrazione che il “mondo” è, spesso, una convenzione che tende a perdere di significato quanto più se ne ampliano i confini, constato che il microcosmo nel quale albergo non vive le elezioni con “notevole sensibilità e attesa (…) come una finale dei mondiali con l’Italia in finale“.
Il mio microcosmo – che non pretendo di considerare rappresentativo se non di se stesso – guarda alle elezioni con disincanto e smarrimento: non farà mancare il suo contributo, e quindi si presenterà ai seggi con certificato elettorale e carta d’identità non scaduta per mettere una croce su uno dei mille simboli che gli si pareranno di fronte. Ma lo farà pensando alla caldaia da sostituire, alla riunione settimanale di marketing e vendite, al tagliando della macchina, alla febbre della figlia, al ponte del venticinque aprile. Il mio microcosmo legge il giornale un paio di volte la settimana, usa internet per l’home banking, di tanto in tanto viaggia, ha figli con meno di dieci anni, e non sa chi sia Ivan Scalfarotto.
Wittgenstein
April 7th, 2006 at 11:18
d’altro canto, come diceva quello, la politica è cosa troppo seria per lasciarla fare ai politici
April 7th, 2006 at 11:58
difatti è proprio come dici tu, può darsi che nella blogosfera certe cose sembrino amplificate, ma appena ti allontani dal computer le cose normali ti azzannano e a me non dispiace, anzi mi sembra di essere vivo.
April 7th, 2006 at 12:05
In realtà non pensavo alla blogosfera. Penso a chi (e, intendiamoci, io sono fra quelli) legge tre quotidiani, guarda La7, sa chi sono Marco Rizzo e Francesco Giavazzi, è abbonato all’Economist, eccetera: è ovvio che ha una visione e una percezione della realtà definita da quelle che sono le sue abitudini e i suoi interessi. Naturalmente, se l’ambiente nel quale si vive è fatto quasi esclusivamente da persone con le stesse abitudini e gli stessi interessi, si rischia di pensare che tutto il mondo (che, appunto, è una convenzione) sia fatto come il proprio microcosmo.
April 7th, 2006 at 19:06
Come al solito, hai ragione.
April 7th, 2006 at 20:55
Il mio microcosmo non vede l’ora che passino le elezioni solo perchè non ne può più di sentir parlare di politica. Il mio microcosmo ha 21 anni, si sta innamorando di un comopagno di corso, e le sue attuali preoccupazioni sono tre:
1) Come conquistarlo.
2) Come fare a dare 9 esami, scrivere la tesi e fare un tirocinio di sei mesi riuscendo ugualmente a laurearsi in febbraio.
3) Come fare a trovare un editore.
Il mio microcosmo non pretende di essere rappresentativo e sa che ci sono problemi molto più seri al mondo. Ma il mio microcosmo, ahimè, non può fare a meno di godersi la vita senza preoccuparsi troppo del simbolo da crocettare.