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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    31/05/2006

    In Loving Memory

    Filed under: — JE6 @ 21:54

    Florence War Cemetery – May 31st, 2006
    Chissà chi sei, e cosa ci fai qui. Hai fermato la macchina davanti alla macelleria, dicono che la carne di questi posti è buonissima, hai camminato lungo la strada e sei entrato.
    Lo so che è bello, questo posto. Il prato che sembra un tappeto, i fiori sempre freschi, le colline verdi, l’Arno che scorre una decina di metri più in basso. E’ bello anche in un giorno come oggi, con le nuvole grosse e scure, l’aria fresca e qualche goccia di pioggia.
    Certo, sessant’anni fa, quando mi ci hanno portato, era tutto un po’ diverso. Non c’erano i tralicci dell’alta tensione, la statale era una strada sterrata, sui binari passavano le locomotive a vapore. E io ero vivo. Ero un soldato, un comunissimo soldato, il Private Allan Duncan, matricola 2759014. Un Private come quel Ryan, quello del film che tanto ti è piaciuto. Avevo ventiquattro anni, quando sono morto. A duemila chilometri da casa mia, da mia madre e mio padre – quelli che hanno scritto “In Loving Memory” sulla mia lapide. Non sapevo nemmeno dove mi trovavo, mi interessava solo sopravvivere e tornare a casa.
    Non ce l’ho fatta, e come me tutti gli altri di cui stai guardando la tomba. Padri quarantenni, o ragazzini di nemmeno vent’anni come quello che vedi là, sulla tua sinistra. Neozelandesi, sudafricani, canadesi, inglesi, scozzesi, c’è addirittura un norvegese.
    Ti chiederei di fare una cosa per me, ti chiederei di tirare un sasso nel fiume, per guardare i cerchi allargarsi nell’acqua, e sentire il rumore della pietra che affonda. Ma qui sassi non ce ne sono, e tu, comunque, non potresti sentirmi.
    Fra tre o quattro ore sarai a casa, tu, con la tua camicia a righe e la cravatta che sbatte spinta dal vento. Saluterai tua moglie e tua figlia, mangerai un piatto di quella pastasciutta che dicono essere buona come la carne e che io non ho mai avuto nè il tempo nè la possibilità di assaggiare. Io, una moglie e una figlia non li ho potuti avere. Fai buon viaggio, e se puoi torna a trovarci.

    Radiografie

    Filed under: — JE6 @ 09:03

    Qualche tempo fa, una persona che legge questo blog, e che non ho mai avuto il piacere di conoscere, mi scrisse una mail descrivendo i miei repentini cambi d’umore e la mia varia e progressiva irrequietezza di spirito che cerco di dissimulare con apparente temperanza (cit.).
    Ieri, un’altra persona che frequenta sporadicamente queste pagine, e che non ho mai avuto il piacere di conoscere, mi ha pubblicamente definito serioso ma non irremovibile (cit.).
    La cosa che mi sorprende, e che un po’ mi inquieta, è l’essere descritto con tanta precisione da chi non ho mai incontrato, e mi conosce solo per quello che scrivo. In questo blog c’è qualcosa che non va, decisamente.

    30/05/2006

    Lombroso aveva le sue buone ragioni

    Filed under: — JE6 @ 22:14

    Tanto, anche se vi dico che non c’entro, non ci credete. Quindi, spernacchiatemi pure, me lo merito, razza di Narciso.
    Grazia

    Manette

    Filed under: — JE6 @ 09:04

    Il centrodestra con Berlusconi perde ma rischia di vincere. Il centrodestra senza Berlusconi perde e rischia di straperdere.
    Ergo, ci aspetta un’altra decina d’anni in compagnia del Silvio nazionale.

    La sobrietà al potere

    Filed under: — JE6 @ 08:14

    Luca si stranisce passando sotto il ponte di Calatrava in quel di Reggio Emilia (io ci ho girato un po’ intorno, e, mettendo insieme la visione del ponte e la tortuosità degli svincoli circostanti, sono rientrato in autostrada con il mal di mare). Se va a Monaco di Baviera, capace che gli viene un coccolone.
    Wittgenstein, Repubblica.it

    Mancano solo i ponti

    Filed under: — JE6 @ 08:05

    Cercate casa dalle parti della Madunina? Un gruppetto di eroi ha messo in piedi Khalla; nell’offerta manca il Ponte della Ghisolfa, in effetti, ma pare che sia per la vostra salute.
    Khalla.it

    29/05/2006

    Tanto fa lo stesso

    Filed under: — JE6 @ 08:24

    Non ho controllato di persona (sono pigro e non avevo voglia di schiodarmi dal divano), ma mia moglie e il mio vicino di casa affermano che il timbro apposto sul nostro certificato elettorale, inchiostrata testimonianza del nostro voto di ieri per il sindaco e per il consiglio di zona, riporta la data del 2005.

    Restando – più o meno – in argomento, Babsi Jones scrive questo bel post sull’agglomerato urbano nel quale sono nato, cresciuto, vivo e, immagino, vivrò ancora per un bel po’ – salute permettendo. E’ un post pieno di belle immagini, e anche di buoni suggerimenti; ad esempio: “I serbi di Milano fanno le feste nei locali messicani, mentre i cinesi si sono comprati tutta Via Paolo Sarpi e se i milanesi fossero furbi direbbero che quel posto è come Soho e sembrerebbe tutto molto più cool e internazionale, invece restano lì a fissare tutti questi simpatici musi gialli che vanno avanti e indré intorno al Monumentale con dei carrelli portamerci e nessuno ha mai capito dove vanno e cosa trasportano.”
    Babsi Jones (via Zu)

    Sulla bici del vincitore (reprise)

    Filed under: — JE6 @ 07:59

    Qui si ritorna sulla conclusione del Giro d’Italia solo per segnalare che anche ieri, a fronte di dichiarazioni e denunce da codice penale (o, quantomeno, da azione della magistratura sportiva), la decina e passa di soggetti che affollavano lo studio del “Processo alla tappa” si sono affannati a spiegare che la folla di Corso Venezia era la miglior risposta alle polemiche, che la medesima folla festante era il segno di una manifestazione trionfale e pulita, che non si capiva il motivo di parole che gettavano ombre sulla bellezza e sulla trasparenza di uno straordinario risultato sportivo, e cose così. Sembravano tutti sinceramente dispiaciuti che il Giro d’Italia si concludesse a Milano e non in una località marina, dove avrebbero trovato tonnellate di materia prima – sabbia – pronta all’uso.
    Corriere.it

    27/05/2006

    Curiosità

    Filed under: — JE6 @ 21:43

    A me piacerebbe sapere quanti, fra quelli che danno dell’ingrato e del mercenario a Andriy Schevchenko per la sua decisione di chiedere il trasferimento al Chelsea, rifiuterebbero un ingaggio di nove milioni di euro all’anno, con casa pagata in una delle città più belle del mondo.

    Sulla bici del vincitore

    Filed under: — JE6 @ 21:38

    Per dare un’idea dello squallore, il commento più critico che oggi ho avuto modo di sentire rispetto al discutibile comportamento tenuto dal vincitore del Giro d’Italia è venuto da Auro Bulbarelli.
    Repubblica.it