Non so se sta capitando anche a voi. Io provo sempre più frequentemente la sensazione di uno sbando gigantesco; non mio personale, ma di tutto il sistema di cose, persone, relazioni, aziende nel quale vivo. E quindi, anche mio, certo.
Parlo con persone che ritengo equilibrate e avverto un nervosismo sottopelle che mi intimorisce. Dico parole delle quali mi pento subito. Vedo comportamenti palesemente masochistici, reiterati al grido di “così va il mondo”. Leggo le cose del mondo, e mi pare tutto correre verso un bordello cialtrone, stupido e pericoloso. Non capisco, e quello che capisco mi piace poco. So solo che l’estate e il caldo e l’umido e il sudore appiccicaticcio c’entrano poco.
Questo post è stato scritto pensando a due persone. Non ne ho fatto i nomi, naturalmente; ma almeno una di esse ha capito perfettamente. Mi scuso con lei, e anche con l’altra; a parziale, parzialissima giustificazione, porto i commenti, che prendono il post nel suo significato più generale: la Storia è fatta (anche) di storie, e spesso i nomi non contano nulla.