Chi più spende meglio spende
Tra qualche giorno devo andare a Bruxelles, per parlare con delle persone che di lavoro, in buona sostanza, fanno i lobbysti. Tutto alla luce del sole, tutto legale: sono dei signori che per mestiere difendono/promuovono gli interessi di un certo settore a livello comunitario. Li conosco bene, so che sono competenti, appassionati e intellettualmente onesti [1], lavoro con loro da tanto tempo, ho persino fatto parte del Board europeo dell’associazione che guidano. Insomma, mi fido di loro, e so che i soldi che la mia azienda dà loro – sotto forma di quota associativa – sono sostanzialmente ben spesi. Al tempo stesso so che quei soldi non sono sufficienti, che ci sono lobby di ogni genere ben più ricche e con ben maggiore capacità di investimento, in grado di pagare decine di persone che conoscono i corridoi dei palazzi comunitari come le loro tasche, abilissimi nel far arrivare i documenti giusti al momento giusto sotto gli occhi giusti: potrei fare la lista delle lobby “nemiche”, e non sarebbe corta. Bruxelles, dietro la sua facciata grigia nasconde un tourbillon da Las Vegas della politica; e, come a Las Vegas, puoi sperare in un colpo di fortuna, puoi augurarti di buttare nella slot machine un dollaro per vederlo trasformarsi in una cascata di monete da far girare la testa anche a zio Paperone: ma sai che puoi vincere [2] solo giocando tanto, ma tanto, ma tanto, e su tanti tavoli diversi. Insomma, vado a Bruxelles per giocare il mio dollaro.
[1] Liberi di non crederci, naturalmente.
[2] Andare in pari, sì, forse è più corretto.