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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    16/03/2007

    Essenzialità dell’informazione

    Filed under: — JE6 @ 11:42

    Guardate, io per lavoro ho a che fare con il Garante della privacy e le sue illuminate prescrizioni un giorno sì e l’altro pure – e più di una volta ho scritto quanto male penso del suo atteggiamento slegato dalla realtà. Quindi può essere che io sia prevenuto nei confronti di quest’organo. Ma il provvedimento emanato ieri, quello di cui parlano giornali, telegiornali e siti web è un campionario di vaghezza che raggiunge vertici sublimi. Quali sono i criteri che determinano se una condotta privata ha interesse pubblico o meno? In cosa consiste l’essenzialità dell’informazione? Cosa significa “tutela della sfera sessuale“? Io posso avere le mie opinioni al riguardo, e così possono averle Paolo Mieli e Maurizio Belpietro – ma come facciamo a confrontarle con quelle del professor Pizzetti, se non ce le spiega? E infatti, il box delle cronache di Corriere.it, in questo preciso momento, esattamente sotto l’articolo che parla del provvedimento del Garante ha questi link: Gli interrogatori, anche Montella ricattato con un videoSilvia Abbate: ceduto per 1000 euroLa Lodo: non usa cocaina. L’essenzialità dell’informazione, appunto.
    Garante per la protezione dei dati personali, Corriere.it

    Scusi, non ho capito

    Filed under: — JE6 @ 08:59

    Io non sono un grande amante del “parlare terra-terra“, o del “parla-come-mangi“: considerate diverse discutibili abitudini alimentari che mi porto dietro – nonostante gli strenui sforzi di mia moglie -, quando parlo e soprattutto quando scrivo cerco di dare alle parole più cura di quanta non ne presto al mio colesterolo: e se i risultati – come molte centinaia di post pubblicati da queste parti testimoniano – non mostrano questa attenzione, il problema non sta nelle intenzioni, ma piuttosto nelle capacità.
    Al tempo stesso, non sono nemmeno un salutista e/o un amante di quella cucina che ti porta in tavola microscopici quadri postmoderni composti da improbabili combinazioni di ingredienti normalmente introvabili: e infatti non sopporto i mille gerghi che infestano le nostre conversazioni e letture – la neolingua del marketing, il giornalese, il sindacalese, il continuate-voi-la-lista. E il papese.
    Io credo che se il Papa potesse parlare come un umano molto spesso direbbe esattamente le cose che gli vengono attribuite nei titoli di giornale, e mi chiedo chi e/o cosa gli impedisce di farlo: penso che, con l’unica eccezione della schiera di esegeti papali, saremmo tutti contenti di capire il senso ultimo delle sue parole: che è ciò che capita con i bravi preti, in effetti.
    Qui si sostiene che “Il punto è proprio che il papa non può “parlare come un umano”, e che conta non quel che gli passa per la testa mentre dice, ma proprio quel che dice, e quel che dice non è quel che dicono che dica“. Sarà: ma se a causa della (voluta?) oscurità delle sue parole, ognuno è poi in grado di mettere in bocca al Papa qualunque concetto, allora che non ci si lamenti dei fraintendimenti – ognuno è fabbro della sua sconfitta, e ognuno merita il suo destino.
    Farfintadiesseresani, Angolotesti – Francesco De Gregori

    PS – Ad esempio, quest’uomo – che a Milano siamo in tanti a ricordare con nostalgia, credenti e non – era ed è difficile fraintenderlo, o non capirlo. Chissà perchè.
    Repubblica.it