Entrare in una storia
Condivido con Massimo la considerazione che segue la lettura delle classifiche degli Z-blog Award: c’é tutto un mondo intorno che non ho modo di conoscere perchè é troppo ampio. Ma non è tutto qui. Seguire un blog è come seguire una serie tv: se non lo fai dalla prima, o dalla seconda puntata, diventa difficile capire quella in corso – non si conoscono i caratteri dei personaggi, non si sa se questi hanno dei legami tra loro, chi ha avuto traumi infantili e chi è il buon padre di famiglia. Non è impossibile ricostruire la vicenda, naturalmente: ci si attacca ai p2p, si passa un po’ di tempo a leggere gli archivi. Ma, ripeto: almeno per me, non è facile, perchè provo la sensazione di essere fuori sincrono. E poi, forse, ciò che conosco mi è spesso sufficiente: ma questo è un altro discorso, che ha a che fare con i miei bisogni, le mie aspettative, il mio tempo – nessun dialogo sopra i massimi sistemi, state tranquilli.
Mantellini, Sw4n
May 13th, 2007 at 14:27
L’importante è ricordarsene quando si crede di aver capito qualcosa dei blog.
May 13th, 2007 at 19:59
mhm, può sembrare un’affermazione un po’ forte pero’, quella dello sceneggiato tv. Sembra implicare che non si evolva nel tempo, nel tenere un blog, e che per interagire con qualcuno lo si debba per forza conoscere dalla notte dei tempi. Un po’ come non poter scambiare due chiacchere con chi ti si trova per caso vicino al bancone del bar.
(E comunque, il tuo blog lo si segue volentieri anche senza aver letto i tre! anni di archivio. Non sono proprio proprio obbligatori, vero? 🙂 )
May 14th, 2007 at 06:27
Maestrina: certo che sì.
Anja: (e di anni di archivio ce n’è un altro, sotto Splinder) non ho detto che è impossibile, ho detto che per me è difficile – oltre al fatto che non ne sento più di tanto il bisogno.
May 14th, 2007 at 10:40
Mi sono stupito io stesso di quanta “roba” sia uscita.
ho sempre creduto che il mercato dei blog fosse “saturo”. Qualsiasi cosa si decida di scrivere c’è sempre qualcun’altro ad averla scritta. Alcune volte meglio, altre volte peggio.
Qualsiasi emozione, situazione, sentimento o paradosso.
L’aver capito che c’è realmente spazio per tutti e che c’è tutto un mondo intorno mi ha fatto sentire piccolo. Il giusto. Ma pur sempre piccolo.
Grazie per la tua opinione.
May 14th, 2007 at 10:54
Credo che qualunque forma di comunicazione inventata dall’uomo sia satura. Non lo sono, però, i microcosmi abitati da ciascuno di noi: al loro interno c’è tanto di nuovo.
May 14th, 2007 at 11:17
beh, ci sono giorni in cui quello che hai appena detto mi sembra una verità assoluta, altri in cui sembra un bel paradosso.
Mi consolo scoprendo qualche scritto nuovo, coltivando il mio inutile orticello (il mio blog, indecente.) e ri-scoprendo te. Visto che da qui non passavo da una vita.
Strano microcosmo, il nostro.