Ritenta, sarai più fortunato
Devo rifare il passaporto. Mi presento all’ufficio del commissariato di zona, munito di marca da bollo, versamento sul conto corrente postale, fotografie, vecchio passaporto e modulo di richiesta debitamente compilato.
Il poliziotto prende il plico, e mi chiede se ho figli minori. Gli rispondo che sì, ne ho una, e gli porgo anche il foglio sul quale mia moglie ha vergato il suo consenso all’inserimento del nome della persona corta sul mio passaporto. Dopo una breve scorsa al manoscritto, il mio interlocutore dichiara che quel foglio non va bene, perchè mia moglie acconsente a che il nome di sua figlia venga aggiunto sul passaporto del marito, ma non dichiara esplicitamente che non ha nulla in contrario a che lo Stato italiano mi conceda il passaporto. Ha la lucidità sufficiente per dirmi che sì, probabilmente la cosa si potrebbe dare come implicita, ma insomma le regole sono quelle. Io mi sento sempre più come Michael Douglas – senza peraltro avere nessuna Sharon Stone che mi perturbi le coronarie – e non so se mi viene più da ridere o da piangere.