Gruesse aus Wiesbaden – 2. Cuckoo cocoon
Forse per smentire l’impressione di deja-vu di cui sopra (o sotto, ma ci siamo capiti), in Burgstrasse si sono inventati il “Cucù più grande del mondo”, una terrificante vetrina piena di kitscherie orologistico-natalizie sormontate da un’ancor più terrificante testa di cervo, che porta un’espressione triste e smarrita da muovere a compassione anche i cuori meno teneri. Mi chiedo com’è il suono di questo cucù, se è cupo e malinconico come quello che sentii anni fa in un paesino della Foresta Nera – una villa riadattata a orologio, con un pennuto di legno lungo un paio di metri che usciva dalla finestra del primo piano e sembrava che chiedesse aiuto (il paese era grosso quanto il borgo di Trenno a Milano, e vantava un altro cucù-più-grande del mondo a un mezzo chilometro di distanza, potenza della competizione e del mercato).