Qualcosa di onesto
Io credo che Walter Veltroni abbia commesso un enorme errore nel non dimettersi da sindaco di Roma, una volta eletto a segretario del Partito Democratico. Perchè il cumulo delle cariche comporta onori, ma anche oneri: tra i quali la confusione – a volte involontaria, più spesso furbescamente cercata – dei ruoli e delle responsabilità. Se è giusto chiedere al leader politico di far sapere come pensa di sviluppare l’economia perchè questa sia in grado di creare e dare lavoro a chiunque viva in Italia, ivi inclusi gli immigrati extracomunitari e non, mi pare invece una cialtronata sostenere che il sindaco di Roma (o quello di Milano, o quello di Valenza Po, o quello di Vibo Valentia) deve “impegnarsi a trovare quanto prima un lavoro e una casa e una scuola per tutti i disgraziati abitanti della baraccopoli”, come sostiene Fabrizio Rondolino su La Stampa nella sua elegante ricicciatura di belle idee e buoni propositi, tutti abbastanza vaghi da non essere quasi contestabili. Da quando un sindaco deve trovare un lavoro a chicchessia? E come può farlo, se non mettendo mano agli organici dell’amministrazione comunale? Veltroni è pieno di difetti, e non sarò io a negarli o nasconderli: ma quelli che ha dovrebbero essere sufficienti ai suoi critici, senza che questi se ne inventino di nuovi.
La Stampa (via Brodo Primordiale)
November 11th, 2007 at 17:20
sono d’accordo. sarebbe giusto invece chiedere a veltroni dove ha messo la sua visione di un’italia presidenziale, bipartitica, snella che ora non nomina piu’ e che mi aveva dato qualche speranza (residua speranza, per chi come me ha fatto l’unica battaglia politica della sua vita per il maggioritario secco, poi subito inquinato letalmente dal mattarellum e poi distrutto definitivamente dal porcellum)
(uff, mi fai parlare anche di politica ora)
ciao
gluca
November 11th, 2007 at 21:36
Allora, quello era un campo dove ai rom erano state assegnate delle abitazioni (sic) dal comune. Poi il comune decide di raderlo al suolo, peccato che lì ci vivono delle persone – che probabilmente non sono tutti assassini – che magari hanno un lavoretto nei dintorni, che magari mandano i figli a scuola nei dintorni (anche perché è richiesto dal comune, altrimenti non ti assegnano la baracca).
Domanda: dato che adesso questa gente è a Roma senza tetto, chi se ne deve occupare? La Moratti? Prodi? Io? Forse i servizi sociali del comune, verrebbe da dire, dato che servono a quello.