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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    12/11/2007

    Immaginiamo per un momento

    Filed under: — JE6 @ 10:05

    Immaginiamo per un momento che il povero Gabriele Sandri, dee-jay e tifoso della Lazio, si fosse messo in macchina – domenica mattina – non per andare San Siro ad assistere a Inter-Lazio, ma per andare al Forum di Assago, o al Rolling Stone di Milano, a vedere un concerto, poniamo dei Linkin Park. E immaginiamo che a un autogrill vicino ad Arezzo i fans dei Linkin avessero incrociato un’auto di fans, poniamo, dei 30 Second to Mars, un gruppo rock rivale dei Linkin (premiato, a scapito dei Linkin, agli ultimi Mtv Awards). Immaginiamo che tra i due gruppi fosse scoppiata una scaramuccia, poi degenerata in rissa; e immaginiamo che l’agente di una volante, assistendo da lontano alla colluttazione, fosse impazzito, avesse estratto la pistola, sparato due colpi e colpito a morte – com’è davvero, incredibilmente successo – il povero Gabriele Sandri. A quel punto, attorno a mezzogiorno, la notizia dell’accaduto incomincia a diffondersi; e tutti i giovani e gli appassionati di musica che si sono messi in strada per andare ai concerti in programma quel pomeriggio, e poi la sera, vengono a conoscenza dell’accaduto. Immaginiamo tutto questo e chiediamoci: con la musica al posto del calcio e il concerto al posto della partita, cosa sarebbe successo? Avremmo assistito alle scene da guerra che sono scorse davanti ai nostri occhi nella disgraziata e tragica domenica 11 novembre oppure no?
    Paolo Ziliani

    Lavori socialmente inutili

    Filed under: — JE6 @ 09:39

    Io non credo che la scienza debba essere seriosa, ma penso che non si dovrebbe far sbertucciare, perchè la credibilità conta, e non poco. Così, io me li vedo questi ricercatori della University of Pittsburgh and California destreggiarsi tra Omega 3 e Omega 6, e farsi quattro risate al bar del campus mentre categorizzano le donne come “clessidre” o “pere” – e mi chiedo “ma lavorare, no?”.
    Repubblica.it