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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    12/04/2008

    In attesa che mia figlia emigri

    Filed under: — JE6 @ 14:11

    E insomma, domani si torna a votare.
    Credo che lo farò, per abitudine e anche per una certa vergogna – vergogna di non esercitare il diritto e di non ottemperare al dovere (civico).
    Lo farò senza particolare entusiasmo, più con la paura della sconfitta – alla quale, essendo genericamente di sinistra, sono comunque piuttosto abituato – che con il desiderio della vittoria.
    Non voterò uno dei “piccoli”, non perchè sia convinto del cosiddetto “voto utile”, ma per rendere “inutili” i piccoli medesimi – almeno a questo giro.
    Lo farò vedendo che nessuno, ma proprio nessuno tra coloro che conosco e leggo, ha un briciolo di fondata speranza; immaginando – senza peraltro avere il coraggio di farlo – quanto sarebbe straordinario e rivoluzionario e decisivo se alle 15 di lunedì gli exit poll dessero 0 (zero) a tutti, ma proprio a tutti, e un clamoroso 100% a… boh, la SVP? Così, per vedere finalmente lo smarrimento più completo negli occhi di tutti tranne Durnwalder, tutti a chiedersi “ma come cazzo è stato possibile”.
    Ecco, questo è quanto. Lo farò, e poi lunedì al lavoro, e per fortuna martedì e mercoledì me ne vado in Belgio, che almeno stanno messi un po’ peggio di noi, per quanto questo possa suonare impossibile.
    [Poco fa mi è capitata sotto mano la scheda elettorale. A partire dal 2001, ho contato 11 timbri. Mi sono sforzato di ricordare per cosa ero andato a votare, ma sono arrivato a coprire non più della metà delle mie gite al seggio – e forse anche questo vuol dire qualcosa]

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