Saluti da Castrocaro Terme – 2. L’alieno
Una decina di persone, in uscita serale. Facciamo quattro passi fuori dal Grand Hotel, ci chiediamo se vale la pena andare a vedere la rocca medievale; facciamo cenno ad un individuo dall’apparente età prossima ai trent’anni: questo si ferma, scende dalla bicicletta, gli chiediamo se è un indigeno e risponde di sì, gli chiediamo cosa c’è di bello alla rocca e lui ci guarda sorridente e ci fa “ah, non so, non ci son mai stato”. Pensando alla manciata di vie che costituisce il paese, escludendo Terre del Sole, ci domandiamo come diavolo sia possibile che quest’uomo non sia mai andato all’unica cosa – oltre alle terme – per la quale possa valer la pena fermarsi a Castrocaro. Lo stupore è tale che rinunciamo alla gita, e finiamo in un bar che una volta era gestito da ungheresi e adesso cerca di sopravvivere alla crisi di un paese che viveva sulle convenzioni Inps degli alberghi – convenzioni che non esistono più, e allora fra poco forse non esisterà più nemmeno Castrocaro Terme.