Una lenta cascata di squallore
Siccome l’intensità della delusione è direttamente proporzionale all’intensità dell’aspettativa, il dopo-elezioni del titolare qui si è svolto – e si sta svolgendo – all’insegna di una tranquilla rassegnazione: insomma, la rivoluzione non passerà, purtroppo o per fortuna, attraverso il sottoscritto.
Ciò nonostante, in attesa di capire come verrò maggiormente tassato per andare a coprire il buco dell’ICI o come verranno cambiate (presumo in peggio) le norme su aborto e procreazione assistita, mi godo il triste spettacolo del partito che ho votato, nel quale un segretario che perde le elezioni con quasi dieci punti di distacco non avverte la necessità almeno formale delle dimissioni, nel quale il suo più acerrimo nemico interno si industria per spodestarlo in nome di una linea politica diametralmente opposta da quella sostenuta (da entrambi, quindi anche dal più acerrimo nemico interno) fino a cinque settimane fa, nel quale emergono comportamenti come quello del PD di Napoli che se fossero stati tenuti in campagna elettorale sarebbero stati rubricabili come paraculismi finalizzati alla ricerca voti e che invece oggi sembrano smascherare la vera natura dei responsabili. Che dire: applausi.
Giusec&frienz