Le parole che non ti ho detto
Sempre a proposito di parole, una cosa che sto imparando in questi giorni – o meglio: che sto re-imparando – è che con le parole non si fanno gare, che a volte uno risponde a qualcosa che ha ricevuto e si scervella per essere all’altezza e finisce per rendersi conto che curare al massimo ciò che si dice è una manifestazione di rispetto e di affetto, ma fare classifiche non ha senso perchè la bellezza sta negli occhi di chi guarda (e di chi legge, naturalmente); e un’altra cosa che sto re-imparando è che spesso molto più delle parole dette o scritte contano quelle non dette e non scritte – e magari se leggi Carver, o Romagnoli, o certi Roth ecco che lo capisci, poi se sarai in grado di mettere in pratica la lezione quello è un altro discorso.
[Ancora sulle parole: “Forse mi piacciono questi libri perché sono belle le parole, o forse perché le so leggere io” è la frase del giorno: l’ha pronunciata Anita, la figlia di Zoro, e io me lo immagino quanto Diego possa essere orgoglioso – non lo dirà mai, certo, ma non importa]
Zoro