Gruesse aus Nurnberg ’08 – 4. Il villaggio e i clown
Tornare negli stessi posti toglie la sorpresa, ma in fondo consente di non patire l’ansia del “voglio vedere tutto”. Alla terza volta, mi offro una mezz’ora ai tavolini all’aperto di Beim Tiergartentor – realizzando in ritardo che iniziare la serata con la Tagesdunkel, la birra scura del giorno, va classificato come un boomerang irreparabile. Poi ciondolo per le vie del centro, rosse per il sole sui blocchi di granito, in mezzo a gente che sventola bandierine russe in vista della partita della sera e compagnie che si dirigono verso i ristoranti sulle chiatte sul fiume. Finisco per arrivare al Bratwurstdorf, che tento di tradurre con “Villaggio della salsiccia”, dove mi siedo al fianco di un uomo che pare uno dei coatti di Verdone e dove rinuncio a pensare a colesterolo, trigliceridi e danni epatici di vario genere. A qualche decina di metri un duo folk bavarese allieta il pubblico; una quarantina di minuti dopo lasceranno il palco e verranno a sedersi a poca distanza da noi, e sembra di vedere il clown che si toglie la maschera. Torno, camminando lento e non so quanto barcollante, verso l’albergo – vedo Marktplatz vuota aspettando il mercato di domani.