Stati Uniti, anni Cinquanta
Penso che almeno d’estate dovrei cambiare letture (e forse non dovrei andare al mare, per dedicare meno tempo all’erudizione), darmi a Novella 2000 e alla Gazzetta. Invece finisco per cacciarmi a spulciare tra Einaudi nuovi venduti al 50%, e insomma mi ritrovo tra le mani libri che non solo mi parlano ma, peggio ancora, mi danno la sensazione di parlare di me – il che francamente non sta nella top ten dei miei desiderata attuali. Sta di fatto che sono qui a pagina 31 a chiedermi se sia il caso di proseguire, che ‘sto libro mi pare giri intorno alla faccenda di una parola che alberga nella testa del protagonista, e lui non solo non la vuole dire a voce alta – come Arthur Fonzarelli quando deve ammettere di aver sbagliato – ma ha persino paura di pensarla, gli viene la prima sillaba e poi distoglie la mente, la sposta su qualsiasi altra cosa; e per soprammercato ha anche il terrore che quella parola gliela possa dire un’altra persona, una alla quale tiene moltissimo, perchè se gliela dicesse darebbe un gran dolore a entrambi e nessuno dei due vuole che questo avvenga.
Ora che ci ripenso, nelle prime 31 pagine non c’è nulla di tutto questo, e la mia è appunto solo una sensazione, la sensazione che questo dannato libro avrà dentro queste cose – mia suocera ha appoggiato sul tavolo un numero di “Confidenze” o qualcosa del genere e tutto sommato non dovrebbe essere una brutta alternativa.
June 22nd, 2008 at 13:36
Tacere il titolo (e/o l’autore, poi un minimo di caccia al tesoro la si può fare…) dopo un post siffatto è un gesto di pura crudeltà…
June 22nd, 2008 at 15:16
Fuori il nome, Sir.
Please.
(non ci costringa a scrivere l’orrenda parola: “a-i-u-t-i-n..”)
June 24th, 2008 at 09:37
ho pensato a ninnananna di palahniuk, ma non è.
aiutino? (qui siamo gente curiosa)
June 24th, 2008 at 12:46
Ma guardate che il post non mirava a fare l’indovinello, eh. E’ un post sulle coincidenze, e anche su una certa forma di sofferenza che viene dal leggere. Non sarò l’unico ad aver trovato un libro così, vero (che poi, libri così ne sto trovando un po’ troppi, devo esser diventato ipersensibile o ancor più egocentrico, non so)?
June 24th, 2008 at 19:18
Capita, capita assai sovente.
Mi pare mi capitasse di più negli anni più giovani (fino ai 22-24, anno più o anno meno), o forse è solo che dopo per istinto di sopravvivenza nei momenti di “troppa sensibilità” mi impongo di leggere saggi e nessun romanzo…