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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    31/03/2009

    Semplice curiosità

    Filed under: — JE6 @ 21:09

    Cos’ha più di me, sentiamo.
    Eh?
    Ho detto: cos’ha più di me, sentiamo.
    Ho capito, ma vorrei sapere di cosa stai parlando.
    A parte che sarebbe di “chi”, cerca di non fare il furbo, che hai capito benissimo.
    Ommadonna, ti prego. Davvero, sono stanco.
    E io invece sono un fiorellino. Allora?
    Ma allora cosa.
    Cos’ha più di me? Non venire a dirmi che è bella.
    Ma la bellezza è un concetto relativo, dai.
    Non dire cazzate, una bella è bella e poche palle.
    Ma no, scusa. E poi, mica è solo questione di quanto una ha le tette grosse o che so io.
    Ah no? E di cos’altro?
    Ma tutto l’insieme.
    Quindi? Il culo, la bocca, la coscia lunga? Tutta roba che io ho, vorrei farti notare. Ed è tutto a posto.
    Ma lo so. Però parlavo della persona, non solo del fisico.
    Quindi?
    Eh?
    No, dico: quindi? E’ più simpatica di me? E’ più intelligente di me? Ci parli dei massimi sistemi?

    Non rispondi.
    No, in effetti non so cosa rispondere.
    Io non capisco, guarda.
    Cosa?
    Cos’avete per la testa voi uomini. Una volta, se una era figa voi ci cascavate. Era tutto semplice, le fighe si divertivano e le racchie se lo prendevano in saccoccia.

    Adesso invece tirate fuori queste cazzate della personalità, del dialogo, della simpatia, dell’intelligenza, come se voleste portare una donna a fare il giro del museo della scienza e della tecnica.

    Non parli? Ecco, meglio. Perchè davvero, chi vi capisce è bravo.
    Ma scusa, se corriamo dietro ad un bel culo siamo dei beoti con la terza gamba al posto del cervello; se corriamo dietro ad una bella testa siamo degli effeminati tutti cipria e David Beckham; non va mai bene niente, cazzo.
    Esatto. Fate sempre le cose al momento sbagliato.

    Dì qualcosa, non stare lì come un ebete.
    Eh.
    Eh.
    Ma senti: io e te stiamo insieme, per caso?
    No, e allora?
    No, nulla. Semplice curiosità.

    Potenza della tv

    Filed under: — JE6 @ 07:07

    Con gravissimo ritardo vengo informato del fatto che il Principe Emanuele Filiberto di Savoia – spero di aver messo tutte le maiuscole del caso – ha vinto una competizione di danze televisive. Cancellando dalla mente, seppure a fatica, bucoliche immagini del Principe impegnato nel volteggiare nel bel mezzo di un’aia campestre, prendo atto che il nostro paese ha definitivamente abbandonato ogni velleità di ritorno della monarchia.

    29/03/2009

    Punti G

    Filed under: — JE6 @ 10:11

    La sapete la storia che prima c’era il G8 e poi si vede che si sentivano soli e allora hanno detto “beh, dai, affittiamo un locale più grande, più siamo e meglio stiamo” e così han fatto il G20 ma poi forse quelli che abitano in zona si sono lamentati per il troppo casino o magari un paio degli invitati si sono ubriacati e hanno vomitato il punch al tamarindo e insomma adesso c’è anche il G17 che è una festicciola grande ma non troppo, poi chiameranno Odifreddi e si faran dare qualche suggerimento tipo “G-Numeri primi” o “G-Serie di Fibonacci” e così via, e il bello è che i numeri sono infiniti, no?

    28/03/2009

    Uno, nessuno, centomila

    Filed under: — JE6 @ 14:10

    Siccome è da un pezzo che mi danno del terzista, di quello che prova sempre a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, ho deciso di approfittarne e di smetterla di vergognarmi se sento un politico – uno qualsiasi – dire una cosa che mi pare sensata e apprezzabile. Siccome per la legge dei grandi numeri questo capiterà a chiunque, persino a Gasparri, ho deciso di fregarmene della coerenza a tutto tondo: oggi la saggezza sarà patrimonio di D’Alema, domani di Schifani, dopodomani di Rotondi, fra tre giorni di Scalfarotto, fra quattro di Luis Durnwalder e così via. Mi costruirò il mio personalissimo puzzle, ed una felicità politica che non sarà più virtuale dell’eterna insoddisfazione nella quale navigo da troppo tempo a questa parte. Per chi mastica un po’ di scemenze social e 2.0, un like non si nega a nessuno, nemmeno a se stessi.

    27/03/2009

    Fuori tempo

    Filed under: — JE6 @ 15:52

    La mattina di un giorno feriale di una famiglia media italiana – almeno di quella “tipo Mulino Bianco”: madre, padre e uno o due figli – è un gioco ad incastri, nel quale tutti hanno i minuti contati anche per l’ozio. Una cosa tipo Chaplin in “Tempi moderni”, solo un po’ più lenta, ma nemmeno di tanto. Il microcosmo familiare crea un suo proprio equilibrio, efficace e fragilissimo, basato sul rigoroso rispetto del proprio ruolo da parte di ciascun membro – quello che si sveglia per primo, quello che non esce mai dal bagno, quello che fa cadere la tazza del latte: se uno sgarra, tutto va a rotoli.
    Ora, per motivi qui irrilevanti, durante le ultime due settimane mi è capitato spesso di sgarrare: uscite ritardate, lavoro casalingo, cose così. E insomma, sono diventato il granello di sabbia che fa saltare l’ingranaggio. Mia moglie e mia figlia vanno spedite, non perdono un colpo: io, che di solito esco di casa quando la Persona Corta sta ancora dormendo e l’Azionista di Maggioranza inizia a sbrigare le sue faccende, mi rendo conto dell’esistenza di una vita a me prima ignota, fatta di gesti e movimenti codificati che capisco sempre un attimo dopo, nel malcelato disappunto della componente femminile della famiglia: vado contromano in corridoio, metto via una ciotola che invece serviva, apro le ante dell’armadio impedendo il passaggio a mia moglie, e così via. Quando posso, vado a sedermi sulla poltrona dello studio e le guardo, e sembrano Fred Astaire e Ginger Rogers (anche quando una grida all’altra di muoversi, e l’altra risponde all’una che ha già fatto, e in effetti sembrano anche Lemmon e Matthau, a ben vedere); loro vanno a tempo di swing, e non sbagliano un passo. Io accenno un minuetto, e le faccio inciampare.

    25/03/2009

    Sesso tra consanguinei

    Filed under: — JE6 @ 21:02

    Oggi un’amica mi faceva riflettere sul fatto che i social network sono luoghi nei quali si finisce molto spesso per cantarsela e suonarsela vicendevolmente – e in effetti basta seguire un po’ di thread in un qualsiasi giorno preso a caso come campione per rendersene conto, lo scandalo per i medici obiettori che non visitano la donna depilata nelle parti intime, il tormentone sul piano-casa del governo, quello sulle dichiarazioni del Papa sull’uso dei preservativi, e così via. Tutti d’accordo, in varia misura – tutti sempre d’accordo, al punto che le discussioni più accese hanno come protagonisti, nemmeno tanto paradossalmente, persone che hanno molte più cose in comune di quante avranno mai il coraggio di ammettere (una cosa tipo parenti serpenti, per intenderci). E il confronto? E la contrapposizione di idee e posizioni tra loro antitetiche? Non avrà per caso ragione chi guarda ad ambienti quali – chessò – FriendFeed come a copule tra consanguinei, che alla lunga producono il solo effetto di indebolire specie già poco vigorose di loro? Può essere, anche se ogni tanto ho la sensazione che il confronto democratico sia una pratica di crescita personale e sociale ampiamente sopravvalutata – e in fondo potrei preferire andare a letto con mia cugina piuttosto che con una kapò nazista (o Alessandra Mussolini, per dire).

    23/03/2009

    Colpo grosso

    Filed under: — JE6 @ 12:27

    Non so spiegare bene il perchè, ma il famoso invecchiamento/ingessamento di questo paese mi pare espresso molto meglio dalla corsa di Sky, che pure non ne avrebbe alcun bisogno, ad accaparrarsi costosissime cariatidi televisive che non dall’avere un Presidente della Repubblica ultraottuagenario o tutte quelle altre cosette con le quali ci campano opinion maker di ogni genere e bandiera.
    Repubblica.it

    20/03/2009

    Festa del papà, il giorno dopo

    Filed under: — JE6 @ 08:48

    Io lo so che prima o poi te ne andrai. E’ un pensiero che mi viene, ogni tanto; e negli ultimi tempi mi viene più frequentemente perchè anche se non dimostri la tua età, perchè anche se ogni giorno passi ore e ore con l’allegra banda dei tuoi amici a zappare nell’orto o a sbancare il teatro della parrocchia o a fare la spesa per le due sorelle centenarie, beh, la dannata carta di identità non mente – e l’anno prossimo saranno ottanta.
    Io lo so che prima o poi te ne andrai, e so che non ci potrò fare niente. Mi chiedo come sarà quel momento, se e come e quanto mi sentirò solo, e come cambierà il volto della mamma se avrà la terribile sfortuna di sopravvivere all’uomo che ha amato e con il quale ha trascorso la vita intera. Mi viene una specie di vertigine, sai, quando penso a queste cose, e allora scappo, penso al lavoro, guardo tua nipote, metto su gli AC DC. Perchè poi non sono solo il vuoto dell’assenza o l’orrore della malattia a farmi stare male. Quelle sono cose per le quali non puoi fare nulla, se non stare a guardare e aspettare e aspettare e aspettare – e prima o poi tutto passa, e ti consoli dicendo che non è colpa tua. No, sai, non sono quelle cose lì. Sono piuttosto le azioni non fatte, le parole non dette: perchè quelle sì che dipendono da me. Tutte occasioni buttate via, per pigrizia, vergogna, fretta. Tutte cose che non si recuperano. Sai, c’è tanta gente che rimprovera ai propri genitori di avergli instillato dei sensi di colpa con i quali hanno dovuto convivere per il resto dell’esistenza. Ecco, guarda, io questa cosa non potrei dirla nemmeno se volessi – semplicemente perchè non è vera, e i sensi di colpa che ho, e che soprattutto avrò, sono tutti fondati, giustificati, e creati da me stesso. Ma adesso non importa, davvero; ieri sono stato contento di sentirti, ho fatto tardi e non sono potuto passare di persona a farti gli auguri, ma per una volta al telefono ho parlato con te e non con la mamma – ci siamo detti “buona festa del papà” e poi subito tu mi hai chiesto di tua nipote, di tua nuora, del lavoro,  insomma delle cose e delle persone importanti. Poi, quando ho messo giù la cornetta e mi sono seduto sul divano ho pensato che in quest’ultimo anno, che è stato duro, ma duro davvero, il momento più bello è stato quando tu e la mamma mi avete abbracciato, uno alla volta, e stretto forte come quando ero un bambino, e mi avete detto “noi siamo qui, sempre”, e porcaputtana papà, tu non sai nemmeno quanto ti voglio bene (anche alla mamma, certo: ma la festa, ieri, era per te: come i pensieri), e quanto mi mancherai, e insomma lo so che stai bene e che vivrai ancora dieci o vent’anni, ma non fare cazzate, non te ne andare, che anche se ci parliamo poco io lo che tu ci sei. Sempre.

    19/03/2009

    Il migliore, senza farlo vedere

    Filed under: — JE6 @ 13:47

    E’ da quando è morto Giuanbrerafucarlo che – con la sola eccezione di Gianni Clerici – considero Gianni Mura il miglior giornalista sportivo italiano (e uno dei migliori giornalisti in assoluto, togliendo l’aggettivo di specializzazione). Ed è così bravo che si può permettere di non comparire, di fare un’intervista capace di far capire davvero chi e come è l’intervistato omettendo le domande: perchè è vero che bastano le risposte, ma quelle dipendono da cosa e da come si chiede.
    Repubblica.it

    [Mi affascina il fatto che tutti e tre – Brera, Clerici e Mura – portino lo stesso nome, quando si dice il destino]

    Padre mostro che sei nei cieli

    Filed under: — JE6 @ 11:04

    No, scusate. In Austria non c’è la pena di morte.
    Repubblica.it