Shalom
Ci sono zone di Milano nella quali non metto piede praticamente mai. In Viale San Gimignano ero stato una volta sola, più di dieci anni fa, e per non più di un minuto – il tempo necessario per far salire in macchina il mio direttore commerciale dell’epoca e poi ripartire verso la Toscana. Poi, per un motivo molto banale (il rifacimento degli occhiali della Persona Corta) ci sono passato due volte in una settimana, ho fatto quattro passi per andare a bere un caffè, e in macchina ho girato un po’ le vie limitrofe alla ricerca di parcheggio. Scoprendo che quella è una zona a forte concentrazione ebraica, c’è la sinagoga in Via Montecuccoli (circondata da carabinieri accigliati), ci sono le librerie con la stella di David nell’insegna e i ristoranti kosher, ci sono i maschi di ogni età che girano con la kippah calcata sulla nuca. Ho pensato che è strano rimanerne colpito, visto che non mi accade quando giro in zona Buenos Aires in mezzo a centinaia di locali di e per mussulmani – macellerie, phone center, negozi di ammennicoli, zucchetti per gli uomini e veli per le donne. Non so, non trovo nessuna morale in questa piccola storia, se non quella che si può fare un lungo viaggio anche a un solo quarto d’ora di distanza dalla propria casa.