Greetings from London ’09 – Ben
Entro al Courtfield per mangiare un boccone e godermi in santa pace la calma di un pub fuori orario. Mi siedo, leggo la lista, scelgo la birra. Poi mi guardo intorno. Siamo in pochi, settte o otto persone, un paio con la valigia pronti ad andare all’aeroporto, un paio con la mappa da turista-non-mi-voglio-perdere-nulla, il mio vicino che legge una rivista sorseggiando lentamente una Guinness. Poi c’è lui. Avrà una cinquantina d’anni, la camicia abbondantemente aperta sul petto a far vedere una notevole collana di pietre azzurre, un paio di pantaloni felpati neri e delle Puma bianche che hanno conosciuto tempi migliori. Sta praticamente sdraiato, il sedere su una sedia e i piedi su uno sgabello, sul tavolo un bicchiere di vino bianco che non toccherà per tutto il tempo che resterò nel locale. E’ il fratello gemello di Benny Hill, identico nel viso e nel fisico, ed è forse questo – insieme alla sconvolgente fissità del suo sguardo – ad attrarmi. Mi chiedo cosa pensa, se pensa qualcosa; faccio fatica ad immaginarmelo con una famiglia, non so perchè me lo vedo rientrare in uno di questi appartamenti piccoli e umidi del Royal Borough of Kensington and Chelsea e lì salutare una madre anziana ma ancora in buona salute, vecchia tempra di inglese. Le tre ragazze che tengono il locale non gli dicono nulla per quei piedi sul sedile dello sgabello, come se fossero abituate o come se avessero perso la speranza di essere ascoltate. Quando i due turisti escono, ha un sussulto, gli chiede dove stanno andando e dà loro un’indicazione muovendo il pollice in direzione di un incrocio. Quelli escono sotto la pioggia, e lui ritorna nel suo fisso mutismo. Ho sentito che Benny Hill è morto solo e triste, che hanno dovuto chiamare i pompieri per entrare in casa, la casa dove il suo agente lo cercava e dalla quale lui non rispondeva. Quest’uomo gli assomiglia moltissimo.
April 27th, 2009 at 18:22
My uncle says you didn’t look that good either.