< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • May 2009
    M T W T F S S
     123
    45678910
    11121314151617
    18192021222324
    25262728293031

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    19/05/2009

    Alcune cose che ho imparato alla Fiera del Libro

    Filed under: — JE6 @ 08:43

    Per come la vedo io, la FdL serve a scremare l’universo dei potenziali lettori: se uno la visita e ne esce avendo ancora voglia di comprare un libro e – addirittura – leggerselo, la FdL ha raggiunto il suo scopo. In altre parole, ci sono pochi posti che ti fanno passare il desiderio di prendere in mano un qualsiasi tomo quanto la fiera di settore.

    Pare che la FdL si divida in due grandi aree: “Editori seri” e “Casbah“. Quale fosse la Casbah credo di averlo capito (la FdL nel suo insieme), sugli editori “seri” preferirei non esprimermi.

    Quelli che dicono “ma come cazzo è possibile che la gente abbocchi al phishing” dovrebbero fare un giro alla FdL, e vedere che razza di libri vengono stampati – e venduti.

    E’ da sabato che ci sto pensando, ma mentirei se dicessi di aver capito il senso della presenza dello stand dell’Esercito Italiano (non che quella delle Camere di Commercio fosse più ricca di significato, ai miei stanchi occhi, ma glissiamoci su).

    I generi di conforto (acqua, toast, Cornetto Classico) costano come l’uranio arricchito. Dev’essere per quello che non appena un espositore ardisce offrire due tramezzini e quattro pizzette viene assaltato come i forni dei Promessi Sposi.

    4 Responses to “Alcune cose che ho imparato alla Fiera del Libro”

    1. gluca Says:

      ahaha TUTTO VERO!

    2. Salvatore Says:

      Per lo stand dell’Esercito Italiano varrà il motto: libro e moschetto italiano perfetto…ma forse io ricordo male

    3. francesco Says:

      per quella che è la mia (piccola) esperienza, credo che una delle fiere del libro migliori, attualmente, sia quella della piccola e media editoria a roma.
      Da Torino manco da alcuni anni, ma resta comunque una fiera del libro. Lo dico nel senso che a Napoli, galassia gutenberg, che molti anni fa aveva un senso, attualmente vede presenti quasi solo l’Esercito Italiano, le Camere di Commercio, enti locali e poco altro. Libri, e soprattutto editori (lo so, le due cose vanno insieme, ma sono gli editori che portano in giro i libri) si fa fatica a vederne. Allora, anche se capisco che è triste, facendo un paragone, quella di Torino è ancora una fiera del libro, speriamo solo non peggiori (sir, mi scuso per la lungaggine)

    4. Simone Brunozzi › Come i forni dei promessi sposi Says:

      […] riflettere questo suo post, in cui conclude con una frase che mi ha fatto sbellicare… “Come i forni dei promessi sposi“. Parla della fiera del libro di Torino, e ne parla in toni un po’ delusi. Un po’ […]

    Leave a Reply