Saggezze
E’ il periodo dei saggi. Il saggio di danza, il saggio di pianoforte, il saggio di questo e il saggio di quell’altro. Spesso non si capisce chi si diverte di più, chi ci mette di più del suo, se i genitori e in generale i parenti stretti oppure i bambini. Ogni tanto capita di vedere qualcuno bravo, qualcuno che sa far correre le dita sulla tastiera senza impacci e pause e stonature, qualcuno che sa fare il volteggio atterrando sicuro e senza esitazioni. E però, anche se c’è un applauso per tutti, anche se le digitali e le videocamere non smettono nemmeno per un attimo di immortalare gesta che non verranno più riviste se non in casi eccezionali, è rarissimo vedere negli occhi di questi ragazzini qualcosa che assomigli alla passione, al gusto profondo di fare la cosa per la soddisfazione e non per quella di mamma e papà e nonni. Poi, lo so: tutto serve, anche Benedetti Michelangeli avrà subito millemila ore di solfeggio, di la-sol-la, anche Chechi avrà bestemmiato ogni dio possibile alla centesima spaccata, e alla fine ci si educa anche così, anche così ci si educa alla disciplina e persino alla bellezza – e spero che sia questo il motivo per cui ci imbarchiamo in tutto ciò.