Calamite
Ci siamo incontrati ventiquattro anni fa. Era il 1985 ed eravamo dei ragazzetti che si guardavano intorno, un filo smarriti di fronte allo spettacolo inquietante di altri ragazzetti della nostra età che vestivano blazer blu e pantaloni grigi ed estraevano una copia del Sole dalla ventiquattrore rigida. Abbiamo passato quattro, cinque, sei anni insieme. Abbiamo vissuto insieme per tutto quel tempo, siamo diventati un po’ più grandi nella Milano da bere e a quella abbiamo resistito, forse per scelta e forse per fortuna. Ieri sera ci siamo ritrovati, e io ieri sera ho capito perchè quelli erano i miei amici, perchè fra le mille o cinquemila o diecimila matricole di quell’anno accademico la calamita mi aveva portato verso di loro – perchè ieri sera è bastato andare in una semplice pizzeria, e poi salire in casa facendosi posto tra carte, cuscini e improbabili elisir toscani, è bastato poco – nulla – per stare bene, e quando basta poco significa che c’è tutto, le calamite si allontanano, ma poi si ritrovano.
July 26th, 2009 at 10:21
Una volta ho scritto a una ragazza con cui avevo trascorso un pomeriggio che se il genio della lampada fosse venuto da me durante quelle ore e mi avesse chiesto di esprimere i fatidici tre desideri, gli avrei risposto “prima di tutto spostati che sei grasso e non mi fai vedere gli occhi di Sissi (la chiamavo così, perchè mi sembrava una principessa e amava andare a cavallo), poi cerca di farmi passare altri momenti come questo, possibilmente senza di te, e infine, come ultimo desiderio, visto che sono secoli che entri ed esci da questa cazzo di lampada… beh, l’ultimo desiderio lo dedico a te, che sarai anche un genio, ma sei poco furbo: chiedo che tu possa restare per sempre fuori dalla lampada”.
Sissi non l’ho più vista. Ho smesso di credere al genio della lampada. Non alle principesse. Le ho solo viste per quello che sono: donne annoiate il cui grosso merito è quello di essere nate nella famiglia giusta.
Ma dopo aver passato la serata del 22 luglio mi sono ricreduto sul genio, perchè quella serata è stata uno di quei momenti che gli avevo chiesto. E così come avevo chiesto non si è messo davanti al mio sguardo (per quanto gli occhi di Sissi fossero altra cosa da quelli dei miei amici). E ho anche capito che alla fine non è vero che non è furbo: perchè io quegli improbabili liquori toscani non li ho mai bevuti, eppure il livello della bottiglia, cala ogni giorno. Di poco, ma cala. E Sissi è toscana. Che sia stata lei a farglieli piacere? Insomma, qualcosa non mi torna. Mi sa che i due si frequentano ancora. E io, che vengo dalla Milano da bere, fornisco a mia insaputa il liquore toscano al genio che vede la donna della quale mi ero innamorato. Sì, qualcosa non torna. Per fortuna che gli amici tornano sempre. Come voi.