Come i tre moschettieri, che ti vien voglia che arrivi un quarto
Se dovessi dire perché mi sono incaponito a leggere le tre mozioni dei candidati alla segreteria del PD, non credo che sarei in grado di dare una spiegazione valida. Comunque, l’ho fatto: uscendone inopinatamente vivo. I politologi di professione e quella decina di wannabe spin doctor che probabilmente di tanto in tanto capita anche a voi di leggere saranno certamente in grado di evidenziare le profonde differenze che rendono l’una preferibile all’altra e viceversa: per quanto mi riguarda, al netto dei giudizi sulle diverse prose, al termine del periglioso tragitto lungo l’ottantina di pagine che dovrebbero rappresentare la summa della progettualità democratica mi sono sentito risucchiare dal più bieco gorgo demagogico e mi sono detto “beh, letta una, lette tutte”. E in effetti: merito, fiducia, inclusività, redistribuzione del reddito, spazio alle donne, Europa, green economy. Non che mi aspettassi nulla di diverso, intendiamoci. Poi, per non farmi mancare nulla, mi sono fatto un giro su YouDem, ho sentito Pippo Civati dire “sono totalmente d’accordo con quasi tutto quanto è stato appena detto da Pierluigi”, sono passato su RED e ho visto Zingaretti pappa-e-ciccia con Vendola, alla fine mi sono fatto persuaso che avevo molto probabilmente buttato via qualche ora del mio (non così prezioso) tempo, ho girato sul 118 di Sky e mi sono guardato una bella puntata di “Malattie imbarazzanti”.