Gruesse aus Koeln – Il fiume
Ogni tanto mi viene in mente quel vecchio pezzo di Cochi e Renato, a Milano c’era il mare, arrivava fino in via Spadari. Ogni tanto mi viene in mente che anche noi avevamo i nostri fiumi, e siamo stati così scaltri da coprirli. Ci penso anche questa sera mentre cammino costeggiando il Reno – non che i Navigli e questo bestione lungo e largo abbiano molto in comune, ma l’idea che abbiamo rinunciato consapevolmente all’acqua, alle chiatte, alla lentezza di un movimento che finisce per essere più veloce, utile ed economico di quello di un milione di macchine inchiavardate in via Fatebenefratelli, ecco, quest’idea mi deprime, e parecchio. Mi siedo su un muretto, guardo i due grandi ponti, le Schnellbahn che collegano le due metà della città, i grandi battelli attraccati a sponda, tengo alle spalle le luci dei locali, dei ristoranti, degli alberghi che illuminano l’area dedicata a pedoni e ciclisti; sembra un po’ una scena di “Manhattan”, con la sola ma non irrilevante differenza che Allen raccontava la sua città, e io no.