Gruesse aus Koeln – Il prima e il dopo
Uscito dal Duomo imbocco la Hohe Strasse, la Main Street di Colonia. Una lunga teoria di luci e negozi, una specie di Corso Buenos Aires fatto di tutti i marchi di medio livello che compongono l’arredo urbano di quasi ogni città occidentale. Sono quasi le otto e mezza, e c’è ancora un sacco di gente in giro: saranno i venti gradi di questa coda di estate, sarà che alla gente di qui, come mi diceva il ragazzo berlinese sulla Schnellbahn che ci portava dall’aeroporto alla fiera, piace divertirsi; penso alle mie ultime visite in Germania, Norimberga, Wiesbaden, Friburgo, Augsburg e non ricordo una movida serale così intensa – la band dei Radical Dancers che suona i suoi tamburi davanti all’ingresso di C&A, la classe di liceali che sciama gridando. Mi fermo a mangiare, il tempo di imparare grazie a un’amica berlinese che qui la birra (la Koelsch) viene rigorosamente servita nello Stange, un bicchiere alto e stretto che tiene soltanto due decilitri, nulla a che vedere con i boccali enormi dell’Oktoberfest, ritorno in strada. E la trovo vuota, meno di un’ora dopo, e non so perché ma mi sento a mio agio, come se questa fosse la Germania che conosco, come se questa fosse davvero la Germania nella quale verrei a vivere anche domani.