Il colore della pianura e dell’asfalto
La via è larga poco più della macchina. Il cielo ha il colore della pianura e dell’asfalto, e non si sente un suono se non quello dei tacchi degli stivali della donna che salgono i tre scalini dell’ingresso della villetta. L’uomo spegne il motore e socchiude gli occhi mentre ascolta un giornale radio. Aspetta, svuotando la testa. Dalla curva in fondo alla strada arrivano una ragazza e una bambina in bicicletta, strette nei piumini, nei guanti e nelle scarpe pesanti per difendersi dal freddo e dall’umidità. Un gatto passa attraverso le sbarre del cancello della villa. La porta della casa si apre, e la donna esce richiudendosela alle spalle. L’uomo la guarda mentre lei scende gli scalini e fissa lo schermo del telefono che ha tirato fuori dalla tasca dei jeans attillati, la guarda aggrottare le sopracciglia, la guarda sorridere. Quando lei apre la portiera e si siede, lui tira un respiro per farsi coraggio e fa un cenno con la testa verso il telefono che è ancora nella mano della donna. “Sei ancora arrabbiata?” le chiede. Lei ride nel grigio della sera che arriva: “No. Non ne ho voglia, e non ne vale la pena. Andiamo?”. Lui accende il motore, mentre il gatto rientra nel giardino della villa.