“Oh, quanto piangere che ho fatto”
Abbiamo avuto tutti una zia che si metteva sul divano stringendo un fazzoletto, e passava ore a guardare film strappacuore per poi apostrofarci, contenta e disperata: “Oh, quanto piangere che ho fatto”.
Ci pensavo rileggendo una mail ricevuta giorni fa, una mail che chiedeva di raccogliere le foto di una persona cara che non c’è più per farne una specie di album condiviso; pensavo che non contribuirò, non andrò a spulciare armadi e hard disk perché ormai da tempo non riesco più a guardare un film che so essere triste o doloroso, perché ormai da tempo faccio una fatica enorme ad affrontare quelle storie che ti prendono allo stomaco e lo strizzano come uno straccio per lavare i pavimenti. Scappo, svicolo, cerco di anestetizzarmi: di tutto questo ce ne può essere abbastanza in quel periodo che sta tra l’alba del risveglio e la notte del sonno. Un giorno poi, chissà.
January 24th, 2010 at 16:02
Condivido pienamente. Ho sempre pensato che lo scopo di un film fosse estraniarti per due ore, e non farti ricordare quanto fa schifo la realtà, quello ce lo ricordiamo già da soli.