Greetings from London ’10 – Ritorni
Il brutto del tornare ciclicamente in certi posti è che perdi la sorpresa della novità, quello stare con gli occhi aperti per assorbire il mai visto e poterlo ricordare e poterlo raccontare. Il bello è, a volte, sentire il calore del ritorno – non proprio come se fosse casa ma quasi, un luogo familiare, che conosci e anticipi. Non ricordo quante volte sono stato a Londra, e ogni volta sono contento di tornarci per tanti motivi che non so nemmeno spiegare – semplicemente qualcosa che uno sente dentro, l’aria e i suoni e le facce e la lingua e i cartelloni pubblicitari – quando sono sulla Piccadilly Line so quali sono le fermate e posso descrivere a occhi chiusi il pezzo che da Hounslow West va a Hounslow Central, il lato sinistro andando verso Londra con il parco e i condomini squadrati e le due vie che disegnano un’ostrica o una foglia, e quando sono in Earl’s Court Road so dove andare a mangiare e il Prince of Teck è un po’ come se fosse il bar sotto la chiesa dove andavo a giocare a biliardo, non è il più bello della via ma è diventato un po’ mio. A pensarci mi fa ridere, sono stato più volte in questo pub che al bar della Triennale o in quello che sta in cima al museo di storia naturale nella città nella quale sono nato e cresciuto e ancora oggi vivo; forse è vero che ognuno ha bisogno di qualche punto fermo, e non importa se questo è vicino o lontano, basta poterlo ritrovare.