Greetings from London ’10 – Le case degli altri
A Notting Hill fa caldo, come ha fatto caldo per tutto il giorno. Le case a schiera, i private gardens, la strada in salita, i negozi degli antiquari, un’aria mista di film e paese ricco. Camminiamo guardandoci intorno, dribblando persone e discorsi, orientandoci con il palmare e con la vaga idea di dove siamo. Buttiamo l’occhio dietro le grandi vetrate senza tende di queste case, che danno l’idea che per chi vi abita un raggio di luce sia ben più importante della privacy – un lungo tavolo con un computer lasciato acceso, due uomini che conversano passando un dito sull’orlo del bicchiere, un quadro e una specchiera. Mi è capitato tante volte di provare questa sensazione – vicino al castello di Bratislava, nei dintorni di un albergo di Amsterdam – la sensazione di intromettermi nella vita degli altri pur facendo una cosa che loro mi consentivano di fare, guardare dentro la loro casa stando su marciapiede, magari con una macchina fotografica in mano. Ci ripenso mentre camminiamo verso l’albergo, quando scappa di dire “arrivo a casa e mi faccio la doccia”.
April 28th, 2010 at 08:56
Caro viandante, è una drammatica utopia ridurre la giustizia ad una misura solo umana…
April 28th, 2010 at 16:15
l’etica protestante e lo spirito del capitalismo curtainless.