Mai. Di nessuno.
Potresti essere tu, con il tuo completo elegante, la ventiquattrore di cuoio usata al punto giusto e l’aria di uno che non suda mai, nemmeno in metropolitana, ad agosto, alle sei del pomeriggio.
Potresti essere tu, con il tuo sari colorato, il braccialetto al polso e le rughe millenarie.
Potresti essere tu, con il tuo vestitino rosa, lo zainetto dei Teletubbies e i boccoli da bambina degli anni Quaranta.
Potrebbe essere chiunque: tu, la persona davanti a te, quella che sta entrando proprio adesso nel toboga di corde elastiche che incanalano il traffico dei passeggeri affannati.
Mi hanno insegnato questo, quando mi hanno assunto per fare il controllo di sicurezza, e me lo ripetono ogni due settimane, quando facciamo il corso di aggiornamento: non ti fidare. Mai. Di nessuno. Sii discreto, non far trasparire alcuna emozione, non lasciare lo sguardo un decimo di secondo in più nella scollatura della ragazza in partenza per Dublino, non mostrare fastidio guardando i gomiti lisi della giacca di panno del vecchio che va ad Ankara. Tieni sempre gli occhi aperti, stai pronto. Sotto quelle due camicie ben piegate. Lì, nell’angolo, vicino al pacchetto confezionato con cura in una profumeria del centro. In mezzo ai reggiseni.
Non ti fidare. Mai. Di nessuno.
Mi hanno insegnato questo. Faccio questo, ogni giorno. Poi esco di qui. Quando ci vediamo mi stringi, mi baci. Io ti guardo negli occhi. E no, non è facile diventare un’altra persona.