Il giorno dopo MOPM
Ieri tante persone hanno scritto – in pubblico e in privato – per dire che My Own Private Milano è una bella cosa. Anch’io penso che lo sia. Un po’ per i motivi a tutti evidenti: belle fotografie, bei racconti, e una splendida veste grafica. Un po’ per motivi che invece sono visibili solo a chi lo ha fatto: è una cosa seria fatta per gioco e un gioco fatto seriamente. Ed è – ma questa è una cosa che a parole è difficile spiegare – una manifestazione di fiducia tra persone che spesso non si conoscono nemmeno, se non attraverso quel che si scrive per blog e social network. Non voglio dare nessun particolare significato a una cosa piccola quale MOPM è. Non ci voglio costruire sopra alcun massimo sistema. Dico solo che ogni tanto capita che uno butta lì un’idea con la quale altri – più bravi e scafati – sarebbero anche capaci di fare quattro soldi e trova chi dice “dai, ci sto” senza alcun retropensiero. E il risultato è quello, il rispetto di un patto non scritto, dove i meriti si suddividono e ci si sente parte di qualcosa più grande e bello e nobile della somma delle nostre pochezze.