Mattoncini
Ho un amico che pensa che la distanza sia la tomba delle amicizie, dei rapporti, anche quelli più profondi. Forse ha ragione, non so. Eppure, mi sembra che questi siano i momenti nei quali capisci che le distanze vere non sono quelle dei chilometri che ti separano dalle persone, ti rendi conto che i rapporti sono fatti di vicinanze ma anche di un costante e paziente esercizio delle abitudini – farsi sentire, augurare il buongiorno e la buonanotte, chiedere come va, un piccolo segno dopo l’altro, una tela di Penelope che si tesse ogni santo giorno con la volontà, un dannato mattoncino dopo l’altro anche quando sembra che non serva, anche quando hai un mare di mezzo, anche quando hai una vita alle spalle.