Un pomeriggio a sinistra
Passano due minuti – quelli sufficienti a pentirsi di non essere daltonico davanti al maglioncino viola da boy scout di sinistra di Matteo Renzi, quelli necessari a farsi una ragione dello show di modernismo percepito rappresentato dai due Mac esibiti come totem sulla scrivania degli organizzatori – per sentire l’espressione “doparie”, seguita (cinque minuti dopo, come da copione) da una dissertazione sulle “linee di crescenza delle città, per riallineare i pianeti in una cosmogonia”. In dodici minuti l’assemblea dei rottamatori manda in pensione la classe dirigente del Partito democratico e il rispetto per la lingua italiana: forse il rinnovamento tanto sbandierato richiede anche questo.
Nella sezione di Rifondazione Comunista di via Barona, a Milano, i minuti necessari a strabuzzare gli occhi sono più o meno gli stessi: dopo un’infilata di richiami alla lotta di classe ascolto un uomo chiedere chi fossero quei quattro ragazzi seduti là nell’angolo, e il suo interlocutore rispondergli: “Non li conosco, sono compagni molto più a destra di me, rappresentano posizioni criptovendoliane nelle quali non mi riconosco” (…)
Il resto, per la prima volta, lo trovate su Leftwing.