Ci sono, di tanto in tanto, libri e canzoni e film e trasmissioni televisive che diventano l’emblema di ciò che ci piace pensare di essere: buoni. Ascolta il tuo cuore, esso conosce tutte le cose. Imagine all the people, I hope someday you’ll join us and the world will be as one. La vita è bella, pure ad Auschwitz. Vieni via con me, ma no, restiamo che ce la facciamo, stai qui che adesso ti dico i dieci motivi per cui è bello vivere a Lametia Terme. Ci sediamo sul divano, prendiamo in mano il telecomando o accendiamo il Kindle e oplà: non stiamo ascoltando o leggendo qualcuno che ci dice come diventare buoni, ma siamo buoni perché stiamo partecipando a quell’evento collettivo. Cantiamo con John, elenchiamo con Corrado e siamo buoni. Non è nemmeno una confessione con relativa assoluzione, perché quel processo presuppone l’essere (stati) cattivi: no, siamo puri, siamo dalla parte del giusto, siamo nel giusto. Sì, certo, poi cambiamo disco o giriamo su Sky Sport, ma questo è un altro discorso.