La nuvola
Si avvicinò alla curva del sentiero camminando lentamente, passando gli occhi dalla punta degli scarponi alla cresta delle montagne grigie. Aveva la testa vuota, nessun pensiero, nessun sentimento. Proprio di fronte a sé vide la nuvola, in corrispondenza di una delle cime della catena. Dapprima non vi fece caso, era una delle cento forme di panna di quella giornata magnifica, mutevoli e brillanti come aveva visto nei cieli del Nord Europa. Poi la fissò con più attenzione, sorrise guardandone la sagoma, identica a quella vista in cento brutti film e mille documentari, un fungo piantato sulla vetta di una montagna. Quando arrivò alla curva del sentiero gli si aprì davanti agli occhi il panorama intero della catena montuosa, centinaia di chilometri di spuntoni e colli e valichi. La nuvola a forma di fungo stava sempre lì, più grande di tutte le altre, e ferma, immobile. Si fermò anche lui. Da una tasca dello zaino estrasse una borraccia. Mentre se la portava alla bocca vide un punto nero che si muoveva, uscendo dalla nuvola e puntando verso l’azzurro del cielo terso. Strizzò gli occhi, e vide che era un aereo.