Greetings from Leeds 2011 – The Horse and Trumpet
Non ricordo la prima volta che sono venuto qui, all’Horse and Trumpet. Quattro anni fa, probabilmente: due aziende, e una o due vite fa. Da allora ci torno ogni volta che vengo da queste parti. Perché una sera ci ricevetti una telefonata che mi fece tirare un interminabile e totalmente insperato sospiro di sollievo; perché ci trovi signore che lavorano al teatro dell’opera e quando capiscono che sei italiano si fermano al tuo tavolo prima di pagare il conto e ti dicono domani sera facciamo Verdi, venga che le piacerà di sicuro; perché mi piace stare seduto vicino alla finestra, con una pinta di birra a temperatura ambiente vicino alla mano, a guardare la gente che passa sul marciapiede, quelli che tornano a casa dal lavoro e quelli vanno a farsi un giro in centro, e i double decker che si fermano e ripartono subito; perché ha le appliques che illuminano la boiserie di legno, e i clienti si muovono nel locale come se scivolassero leggeri perché la moquette arabescata ne assorbe i passi; perché dentro fa caldo e fuori tira un vento freddo che ti spacca la pelle e ti fa lacrimare gli occhi; perché la gente parla il dialetto dello Yorkshire e si capisce una parola ogni venti; perché ci sono uomini dalla faccia rossa e anziani che si siedono e fissano il bicchiere senza dire una parola e hanno occhi di medioevo e colline e torba; perché è bello, quando esci, girare al primo angolo e camminare piano lungo Briggade e guardare le Arcades con le loro luci; perché pare strano, ma ci sono posti che sono casa, non importa quanto lontani.
December 14th, 2011 at 21:52
Attento Sir, se Lei scrive cose così prima o poi Le capita una faccina sorridente.