Greetings from Ljubljana 2012 – I lavoratori della musica
Prendo la via che mi porta all’albergo. Davanti a me camminano due uomini, uno porta sottobraccio un corno, o forse un flicorno, e a tracolla un grosso tamburo, l’altro ha due corni, uno per braccio, uno grosso, molto grosso. Camminano quasi piegati dal peso degli strumenti e mi pare di rivedere quei suonatori di guitaron di Tijuana che alle dieci del mattino andavano lenti verso le vie dei ristoranti per iniziare la loro giornata lavorativa, hanno gli stessi capelli scuri, la stessa corporatura un po’ tozza, la sola differenza sta tra la luce lancinante di una mattina dell’ottobre messicano e il crepuscolo del marzo sloveno, per il resto sono lavoratori della musica di strada che si guadagnano il pane suonando quella che i turisti vogliono credere sia la musica tradizionale del luogo, Avenida de la Revolucion e Presernov Trg. I due uomini si fermano, un terzo viene loro incontro e prende con sè il tamburo, io gli passo accanto, gli ottoni brillano sotto la luce dei lampioni già accesi e dell’insegna di un locale dal nome inglese. Ridono, non sembrano stanchi, forse hanno avuto una buona giornata, hanno guadagnato bene qualunque cosa questo voglia dire. Si fermano a parlare, con i loro strumenti sotto braccio.