Cost saving
Ho davanti agli occhi questa grande tabella. Righe, colonne, costi, ricavi, margini. Sono alla quinta revisione, senza contare quelle intermedie, piccole, quando cambi giusto una voce più per vedere l’effetto che fa che per reale convinzione o bisogno. Per arrivarci ho impiegato settimane, soprattutto l’ultima – subito prima e subito dopo Pasqua (e parte del durante) – e molte migliaia di chilometri, e qualche centinaio di email e telefonate, e tante riunioni in posti a volte improbabili (una delle cose belle del lavoro che faccio è trovarsi a finire uno di questi incontri e sentirsi dire guarda, è tardi, fermati qui a mangiare prima di rientrare in città così durante la cena finiamo le cose che abbiamo in sospeso, adesso ci prendiamo mezz’ora e ti porto a vedere il lago che scompare, e dieci minuti dopo camminare sul fondo di un lago carsico nel mezzo di un’oasi naturalistica). Ecco, le ultime riunioni sono state le più pesanti. Perché sedersi di fronte a qualcuno e dirgli dobbiamo tagliare del venti-trenta-quaranta per cento se vogliamo restare in gioco non è mai facile – ci hai provato prima scrivendo nel tuo miglior inglese, ma alla fine ogni tanto la gente devi guardarla in faccia, è la gente con cui dovrai lavorare, non puoi startene lì nella tua torre d’avorio (che poi sarebbe la scrivania dell’ufficio, o il sedile della macchina: ma ci siamo capiti), devi accettare i volti che si induriscono, gli occhi che si stringono, le voci che si impostano per risponderti well, your request is simply brutal, devi provare a immaginare cosa sta dietro quelle risposte sapendo che no, non sempre, ma in alcuni casi si tratta di persone, posti di lavoro, automobili, mutui: è come guardarsi allo specchio, insomma. E poi ci sono i dettagli, le piccole cose: ma la tabella è grande, e di piccole cose ce ne sono dentro parecchie. Dove possiamo risparmiare? Guarda qui, magari la metratura degli uffici, e una linea telefonica condivisa invece che due dedicate, e quell’altro albergo, hai presente, sì, va bene – ti sembra di raschiare il fondo del barile, ti sembra di sprecare il tuo tempo dietro alle scemenze e invece, come avresti dovuto imparare già tanti anni fa leggendo le storie di Zio Paperone, il cost saving lo fai anche così, su qualche metro quadro, sulle stelle degli alberghi, sul far benzina da una parte o dall’altra del confine e non importa se poi i risparmi sono simbolici, i simboli contano perché sono simboli e perché costano (ed è una cosa che cercherò di ricordarmi la prossima volta che seguendo un talk show politico sentirò qualcuno dire beh ma non penserete che siano questi i risparmi che ci fanno uscire dalla crisi) – e poi, diosanto, bisogna pur arrivare a sera e potersi dire ho fatto tutto il possibile, prima di salvare il file e prepararsi all’ultima riunione.
April 12th, 2012 at 18:41
Eh, che gran bel post…